REVIEW: “Canzoni da odiare” by Elephant Brain
DI SIMONE DE LORENZI
Due anni dopo l’esordio Niente di speciale, gli Elephant Brain giungono al secondo album Canzoni da odiare. Prodotto da Jacopo Gigliotti dei conterranei perugini Fast Animals and Slow Kids, l’album si compone di brani in cui a farla da padrona è un’energica emotività, con una musica sostenuta che in qualche modo si fa epica; ma è un epos quotidiano quello che racconta la band, dimostrandoci che è possibile costruire un lavoro intimo anche col frastuono di chitarre e amplificatori.
I due minuti e poco più di Mi sbaglierò riassumono bene la poetica del disco: la musica come antidoto e rimedio alle difficoltà della vita (“Mi sbaglierò/di nuovo troppe volte/Ma stringeremo ancora una chitarra in mano/per altre mille notti”). Seguono i tre singoli che avevano anticipato l’album: Neanche un’ora sveglio, canzone d’amore in cui si fa largo la capacità di accettare gli errori e le contraddizioni di una relazione; paure e incertezze ritornano anche in Come mi divori, che cambia il passo partendo lenta per poi tornare a incalzare, e in Anche questa è insicurezza, che punta fin da subito su ritmi trascinanti – marchio di fabbrica della band.
Questo stile, in cui elementi di malinconica pacatezza vengono inseriti all’interno di strutture musicali vigorose, prosegue su Calamite per poi giungere a una pausa. È il turno infatti di Rimini, che sorprende con una ballad acustica un po’ blanda. Piccolo rallentamento prima del gran finale con Quel che resta, manifesto di rinascita dopo anni complessi e invito non superficiale a rivivere “le sere, le feste, le nostre ore piccole”.
I cinque ragazzi di Perugia, nell’affrontare le angosce e i dubbi che li assalgono, manifestano un’aperta consapevolezza delle proprie fragilità e si mostrano senza maschere, rendendo il disco genuino fino in fondo. Alla vita che pone i suoi ostacoli contrappongono un sentimento non di rifiuto, ma di adesione: dichiarazione d’intenti che riescono a condurre con vivacità e sentimento puri.
Gli Elephant Brain confezionano nove Canzoni da odiare ma che non riescono a risultare odiose. La cura anche formale dell’album – siglato in apertura e chiusura dalle brevi strumentali Pt. 1 (canzoni) e Pt. 2 (odiare) – ovvia a certa monotonia del primo LP, unica sbavatura che si poteva imputare all’ottimo esordio. Nonostante la ridotta quantità di tracce, questo lavoro conferma la realtà perugina come uno degli esiti migliori all’interno del panorama alternative rock nostrano.
VOTO: 4/5
TRACKLIST DI CANZONI DA ODIARE:
1. Pt. 1 (canzoni)
2. Mi sbaglierò
3. Neanche un’ora sveglio
4. Come mi divori
5. Anche questa è insicurezza
6. Calamite
7. Rimini
8. Quel che resta
9. Pt. 2 (odiare)
Etichetta discografica:
Libellula Music (sito per acquistare il disco)
Oltre al nuovo disco degli Elephant Brain Canzoni da odiare, potete leggere tutte le nostre recensioni a questo indirizzo!
Seguite TBA Magazine anche su Twitter e su Instagram.