Fuori dall’indie #1
a cura di Giulia Perna
Questa rubrica prende nome dall’omonima playlist nata in questi mesi e ora trasformata in un altro formato per dare la possibilità agli artisti di essere ascoltati e raccolti in un nuovo contenitore.
FUORI DALL’INDIE non vuol dire che questa rubrica esclude gli artisti indie o pseudo tali e non vuol dire nemmeno che odiamo l’indie (anzi); semplicemente è una rubrica fuori da ogni schema mentale o volontà di intrappolare le canzoni in generi specifici.
Periodicamente sceglieremo un artista tra quelli di cui abbiamo parlato e lo intervisteremo proclamandolo FUORI DALL’INDIE, in modo tale da farlo conoscere in maniera più approfondita.
Iniziamo con la rubrica #1, ecco Forte, Tuma, Folcast, Ibisco e Fulminacci, i cinque artisti più interessanti delle ultime settimane!
FORTE – Amore doni, amore vuoi (album)
Ho iniziato a seguire Forte sui social e da subito ho apprezzato molto il suo stile retro, sia nella scelta delle copertine dei singoli, sia nell’attitudine del suo progetto. Forte ha pubblicato un album in un anno di merda, e già per questo gli va riconosciuto un merito. Ho ascoltato traccia dopo traccia la bellezza di nove brani senza mai annoiarmi. Dentro ci ho trovato il Brunori Sas degli esordi, e questo già basta a spaccarmi in due il cuore, suoni anglosassoni che si mischiano a una vena cantautorale d’altri tempi ma rivisitata in chiave moderna. A me ‘sto disco è piaciuto e pure tanto!
TUMA – Tuma 01 (album)
Disco d’esordio anche per questo giovanissimo cantautore salentino. Il titolo e la copertina fanno subito riferimento all’immaginario del mondo calcistico. Infatti nei testi delle sue canzoni ci sono spesso riferimenti a questo sport, metafore ironiche e pungenti; Tuma ha uno stile di scrittura molto personale e particolare. Le sue possono sembrare canzoni scanzonate ma nascondono una punta di amarezza che non fa mai male. Bravo!
FOLCAST – Scopriti (singolo)
Ho scoperto questo giovane cantautore attraverso Sanremo Giovani: è infatti tra i finalisti che a dicembre si giocheranno il tutto per tutto. Scopriti è un brano concepito al pianoforte, che entra in punta di piedi e poi nel ritornello cresce fino a svelarsi in tutta la sua potenza. D’altronde non poteva essere diversamente con una squadra d’eccellenza a servizio di questo brano: Tommaso Colliva alla produzione con gli archi curati da Rodrigo D’Erasmo. Se continua così, questo ragazzo è da tenere d’occhio!
IBISCO – Ragazzi (singolo)
Questo è il secondo singolo del giovane cantautore bolognese, che mi ha colpito più del brano d’esordio Meduse. La produzione è l’elemento più originale e forte ed è curata dal maestro Marco Bertoni; il cantato è reso molto particolare, sembra quasi una voce che arriva dal futuro per gridare quest’inno generazionale. Sicuramente guardando anche il video si ha una visione a 360 gradi della canzone: potrebbe essere un brano che parla del momento particolare che stiamo vivendo, ma potrebbe anche essere una canzone del 2022. Il ragazzo ha qualcosa da dire ed è sulla strada giusta.
FULMINACCI – Un fatto tuo personale (singolo)
Di sicuro è il nome più noto di questa cinquina e non a caso l’ho lasciato per ultimo, proprio perché non ha bisogno di presentazioni. Avevo grandi aspettative per questo singolo e non sono state deluse. Il brano è prodotto da Frenetik&Orang3, i quali hanno dato alla canzone un vestito che le sta perfettamente addosso. Fulminacci non ha paura di osare, di stupire, di cambiare, senza mai tradirsi. Nei testi delle sue canzoni c’è un forte elemento di riconoscibilità che per me risiede nel suo modo di scrivere e di proiettare certe immagini.
Un fatto tuo personale parla della società di oggi ma anche di quella di ieri, perché il passato è radicato in ognuno di noi, e anche chi sembra più progressista, se si guarda bene dentro, scopre elementi legati a pregiudizi che la storia ci ha inculcato. Fulminacci ci vomita addosso un testo denso di scrittura, denso di significato, ma nel ritornello fa anche venire voglia di alzarsi sulla sedia e ballare. Questa cosa mi destabilizza ma mi piace un casino.
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