REVIEW: “Mainstream Sellout” by Machine Gun Kelly
DI MARIA CHIARA CERRA
Capelli biondi, occhi azzurri e una chitarra rosa in mano, a Machine Gun Kelly (e al suo stretto collaboratore Travis Barker) si deve la rinascita del pop punk nel mainstream con Tickets to My Downfall, uscito nel 2020. Da quel settembre di due anni fa sono successe molte cose: rapper e trapper, per esempio Lil Lotus e Jxdn, hanno prodotto album o canzoni con Travis Barker, e grandi artisti come Avril Lavigne e i Simple Plan stanno tornando con dischi vicinissimi ai loro vecchi sound. Anche Machine Gun Kelly torna ora a raccogliere i frutti del suo ultimo lavoro con il nuovo album Mainstream Sellout, che non è soltanto una semplice continuazione del disco precedente. Logicamente ci sono molti punti in comune: Travis Barker sempre presente come batterista e produttore, e nella specifica colour palette dell’album il rosa non è scomparso dal concept, anche se questa volta troviamo una più marcata tendenza verso il viola.
La tracklist inizia con Born with Horns, nome che in precedenza doveva essere anche il titolo dell’album intero. Il ritmo super pop punk ci fa da subito sentire “a casa” riuscendo a risultare trascinante dal primo secondo. Il pezzo è seguito da God Save Me che è la dimostrazione lampante di come Machine Gun Kelly voglia rappresentare la “rock star” che conduce una vita da adolescente anche a trent’anni. Il ritmo è assolutamente alla Blink-182, accompagnato da un testo disseminato di elementi cari al genere: lost boy, goth girl e anche qualche alieno (sì, Tom DeLonge, ti stiamo pensando).
Tra Tickets to My Downfall e quest’album, Machine Gun Kelly può ormai vantare featuring con quasi tutti i grandi dei primi anni 2000. Con Maybe inizia infatti la lunga lista di collaborazioni, che in questo caso vedono protagonisti i Bring Me the Horizon: la voce di Oliver Sykes sfruttando il proprio scream completa a pennello una canzone già vincente, resa spettacolare da quest’unione di sonorità pop e parti più ‘heavy’.
Drug Dealer vede la partecipazione di Lil Wayne che sarà presente anche in Ay!. Le due canzoni hanno comunque delle diversità: se la prima oscilla fra pop e trap, nella seconda invece Machine Gun Kelly torna al proprio stile originario abbracciando la trap e l’hip hop, pur con una parte di rock.
Non manca l’interlude all’interno della tracklist, dopo i due presenti su Tickets, e in Wall of Fame vediamo che qualcosa cambia: il mondo non è più raffigurato come esclusivamente “bello e magico”; Colson inizia a scoprire le proprie carte, e in questo dialogo fra la figlia Casie e l’attore Pete Davidson, essere sul wall of fame ha un retrogusto amaro. Lo spiega al meglio la title track appena successiva (dal sound molto punk rock): ‘You’re so ephemeral / You sold your soul straight to the devil’ e ‘The mainstreams’s waiting / Give them what they want’. Vediamo qui un MGK perfettamente consapevole di come il suo attuale successo sia anche legato al periodo favorevole in cui si è ritrovato, e di come la sua fama -così come quella di altri artisti del mainstream- sia legata anche alla capacità e alla disponibilità a proporre quello che il pubblico richiede.
Make Up Sex dimostra nuovamente la bravura di Blackbear nell’affrontare temi più leggeri, in questo caso un amore sospeso fra illusione e incertezza. Emo Girl è un vero e proprio inno contemporaneo che offre una rinnovata visione della ragazza ideale. Willow è la paladina di questa nuova era, in cui la figura femminile ‘idilliaca’ ascolta la trap, si presenta un po’ goth ma non scorda comunque i classici, con una T-shirt dei Blink addosso, anche se macchiata di sangue.
Ulteriore carrellata di pop punk con 5150, Fake Love Don’t Last e WW4 -che si ricollega a WWIII del precedente album ed è caratterizzata da un testo di protesta molto alla Green Day. Non mancano anche momenti di calma con le ballad Papercuts e Die in California, nella seconda delle quali traspare il lato vulnerabile e fragile di Machine Gun Kelly che pensa al posto in cui morirà, prima di chiudere il disco con la doppietta Sid & Nancy e Twin Flame. Se in Tickets to My Downfall troviamo la canzone Play This When I’m Gone che è rivolta alla figlia, in Twin Flame la destinataria è la compagna Megan Fox a cui è dedicato lo zuccherino ‘I cannot kiss you yet, you’re magic’.
Mainstream Sellout appare nel complesso un disco meno catchy e immediato del precedente, ma è un lavoro in cui Machine Gun Kelly si presenta in modo più reale e meno costruito sui cliché, facendo convivere in modo più omogeneo il pop punk e la sua anima da rapper. Prestando attenzione ai testi oltre che agli strumentali, si riusciranno a percepire le incertezze e le fragilità di un ragazzo che continua a cercare la propria strada, diviso fra un’eterna giovinezza e l’età adulta.
TRACKLIST DI MACHINE GUN KELLY – MAINSTREAM SELLOUT:
- Born with Horns
- God Save Me
- Maybe (feat. Bring Me the Horizon)
- Drug Dealer (feat. Lil Wayne)
- Wall of Fame (interlude)
- Mainstream Sellout
- Make Up Sex (feat. Blackbear)
- Emo Girl (feat. Willow)
- 5150
- Papercuts
- WW4
- Ay! (feat. Lil Wayne)
- Fake Love Don’t Last (feat. Iann Dior)
- Die in California (feat. Gunna, Landon Barker & Young Thug)
- Sid & Nancy
- Twin Flame
Etichetta discografica:
Bad Boy/Interscope Records (sito per acquistare il disco)
TOUR
Machine Gun Kelly sarà in Italia nel 2022 per un’unica data a Milano (link per i biglietti):
27 settembre 2022 – Mediolanum Forum, Assago (MI)