Copertina di The Freak Show di Diego Naska

The Freak Show by Naska – Recensione

di Simone De Lorenzi

Terzo disco in tre anni per Naska, che dopo Rebel e La mia stanza pubblica The Freak Show, tendone pop punk in cui Diego si trasforma in mostro e clown, un po’ animale da intrattenimento e un po’ direttore del circo. Questa volta non pubblica da sconosciuto né come nuova rivelazione, ma da artista affermato.
Vedremo qualche salto di qualità, maggiore maturità? Sarà cambiato, il Diegone nazionale?

E mi diverto, prima traccia del disco, mette le cose in chiaro: “Per cambiare è ancora presto, migliorerò non adesso”. Riecco dunque il bello e dannato, ubriaco e sciupafemmine che abbiamo conosciuto: il protagonista del corteggiamento extraconiugale ne La mamma di ****, il bad boy di Baby Don’t Cry, l’incompreso dagli hater in Corona di spine.

Naska non cambia e promuove la sua immagine di rocker maledetto in canzoni che – sempre rimanendo nel territorio tra pop punk e punk rock melodico – attecchiscono per chi già lo conosce ma che non introducono nulla di nuovo.

Ci sono eccezioni più genuine e riuscite. Ad esempio Scappati di casa (62015), storia di riscatto di chi parte da “dove non c’è niente” – il numero del titolo è il CAP di Villa San Filippo, paesino nelle Marche che dà i natali a Diego – e arriva al successo.

La novità, invece, la troviamo in Berlino, brano che si ispira alla capitale tedesca per la sperimentazione elettronica (grazie alla produzione di Greg Willen) e che vede anche un feat. con Gemitaiz. La canzone, okay, non è nelle corde di noi pop-punkers, ma oltre a rientrare nel personaggio-Naska, discotecaro e strafatto, perlomeno introduce qualcosa di diverso.

Quiete in mezzo a queste tempeste, tornano i momenti del Diego tenerone, tra ballad strappalacrime e parole sussurrate che mostrano la vulnerabilità di Naska: Non me lo merito, Piccolo, Horror 2 (quest’ultima porta con sé il peso di Best of Me Horror che è difficile bissare).

A scostarsi dal filone amoroso è la chiusura Pagliaccio, messa a nudo del nostro rebel boy dal cuore di panna. Anche qua ripropone schemi già visti, che però per loro natura sono difficilmente esauribili.

Nel saliscendi della tracklist viene naturale chiedersi come faccia a passare da un estremo all’altro così, senza prendersi sul serio; ma alla fine Naska vuole solo divertirsi e sa farlo benissimo. Anche se, dall’uscita di Berlino come singolo, ci saremmo aspettati più brani eclettici, fuori dagli schemi.

Con The Freak Show, al terzo anno di fila che fa parlare di sé, Naska decide di non andare oltre la sua comfort zone e continuare a spremere la sua formula di successo, tra canzoni dei blink e maglie dei Nirvana.
Funzionare funziona, ma chissà ancora per quanto.

Se nel suo complesso il disco si regge in piedi, forse si sente la mancanza di hit iconiche come 7 su 7, Vaffanculo per sempre, Pronto soccorso e Fottuto sabato, che hanno reso celebri Rebel e La mia stanza. Ma poco importa, perché Diego Naska festeggerà il suo The Freak Show il prossimo 7 dicembre all’Unipol Forum di Assago (MI) (info/biglietti).

TRACKLIST DI NASKA – THE FREAK SHOW

1. E mi diverto
2. Scappati di casa (62015)
3. Berlino (feat. Greg Willen e Gemitaiz)
4. Non me lo merito
5. La mamma di ****
6. Baby Don’t Cry
7. Piccolo
8. Corona di spine
9. Horror 2
10. Pagliaccio

Etichetta Discografica:

Thamsanqa (acquista il disco)

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