Once Upon A Soundtrack: Kettle of Kites

SIAMO TORNATI CON LA RUBRICA ONCE UPON A SOUNDTRACK, IN CUI GLI ARTISTI CI RACCONTANO QUELLE CHE SONO STATE LE LORO PRINCIPALI INFLUENZE MUSICALI ATTRAVERSO UNA PLAYLIST. QUESTA VOLTA È IL TURNO DEI KETTLE OF KITES!

I Kettle Of Kites suoneranno sul palco del Circolo Ohibò di Milano – tutti i dettagli nell’evento. A seguire la selezione di Discoteca Paradiso con L’Eclair live.

Potete trovare la playlist qua sotto, e tutte le altre playlist sul nostro Spotify.

I Kettle of Kites sono una band che, gravitando attorno alla profonda conoscenza del cantautorato made in UK del leader Tom Stearn (scozzese e ormai genovese di adozione), alterna sonorità indie rock ad atmosfere tipiche del folk. Sperimentando tra l’ampio spettro di sfumature apportato da una strumentazione insolita, portano chi li ascolta ad assaporare al contempo chitarre elettriche librarsi strillanti in crescendo conclusivi, i “piano” di una chitarra classica in solo e il calore folcloristico di un banjo.
La loro esperienza comincia con la registrazione del primo album “Loan” (2015), auto-registrato e prodotto da Tom nel piccolo primo studio del gruppo a Genova e mixato e masterizzato dall’altra parte del globo terrestre, a Melbourne, nello studio “A Pocket Full Of Stones” da Nick Huggins e Ben TD.
I membri del gruppo (Pietro Martinelli, basso – Genova, Marco Giongrandi, chitarre – Bruxelles, Riccardo Chiaberta, batteria – Londra) uniscono le proprie esperienze musicali e delle scene musicali in cui militano per scolpire nuovi mondi, nuove immagini, nuove storie, a supporto delle composizioni di Stearn.
Il loro secondo album “Arrows” è liberamente ispirato al mondo profetizzato da Isaac Asimov, uno dei più grandi scrittori di fantascienza e divulgatori scientifici del mondo. Le 9 canzoni che lo compongono rappresentano ognuna uno scorcio e uno spaccato di vita in luoghi immaginari, pianeti sconosciuti in cui l’essere umano affronta condizioni estreme in cerca di risposte e libertà. In esse è possibile sentire sonorità a metà strada tra i Fleet Foxes e i Grizzly Bear, completate con un fine utilizzo di elementi elettronici che richiamano Radiohead e Bjork.

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