State Champs by State Champs – Recensione
di Simone De Lorenzi
Album numero cinque per gli State Champs, che approdano al loro self titled due anni dopo Kings of the New Age. Con il titolo State Champs i quattro di Albany sembrano quasi auto-scalzarsi dal ruolo di “re della nuova era” per tornare nei più umili – si fa per dire – panni di “campioni dello stato”. Attraverso le 12 tracce che compongono il disco, dunque, la band tenta di dare un’immagine di sé allo stato puro, immacolata ed essenziale come la copertina.
Negli anni le band pop punk hanno affrontato la crisi e poi la rinascita del genere in maniera diversa. Ci sono gruppi come Broadside, Stand Atlantic, Waterparks, in parte WSTR, che hanno provato a rifiutare o superare le proprie origini sperimentando, spesso con risultati deludenti; e ce ne sono altri che sono rimasti fedeli al pop punk, discostandosi solo leggermente e in maniera più o meno originale da questo sentiero (Real Friends, The Story So Far, Youth Fountain).
È quest’ultima strada, ovviamente, quella percorsa dagli State Champs, che decidono di restare nel pop punk più generic che si possa pensare. Scelta che da una parte li e ci fa stare tranquilli nella loro/nostra comfort zone, ma dall’altra fatica a proporre qualcosa di innovativo.
Questo non significa che le canzoni siano brutte, che la voce di Derek abbia iniziato a far cilecca o che la qualità in generale sia calata. Solo, i brani sono sempre più uguali a loro stessi e non emergono perle particolarmente degne di nota, nonostante si possano isolare alcuni pezzi più indovinati di altri (il mix di carica e nostalgia in Too Late to Say, la spinta blinkiana di Tight Grip).
Per il resto gli State Champs ripropongono un calderone fatto di pezzi catchy e movimentati (The Constant, Silver Cloud, Clueless), dal tiro più melodico (Hell of It, Just a Dream, Golden Years), a volte calmo e debitore del pop, sullo stile di Living Proof (Light Blue, Sobering, I Still Want To). Dopo le molte collaborazioni del disco precedente, la sola Save Face Story vede un featuring – abbastanza evitabile – con il rapper Slope.
Certo non ci aspettavamo i fasti di The Finer Things, ma se nel 2022 Kings of the New Age ci ha mostrato che è ancora possibile fare pop punk in maniera fresca, le attese dei fan erano del tutto legittime. Per certi versi, ironia della sorte, il self-titled degli State Champs ha lo stesso effetto del self-titled dei Neck Deep: lascia abbastanza indifferenti la prima volta per poi recuperare solo con i successivi ascolti.
TRACKLIST DI STATE CHAMPS – STATE CHAMPS
1. The Constant
2. Silver Cloud
3. Clueless
4. Light Blue
5. Too Late to Say
6. Hell of It
7. Tight Grip
8. Sobering
9. I Still Want To
10. Just a Dream
11. Save Face Story (feat. Slope)
12. Golden Years
Etichetta Discografica:
Pure Noise Records (acquista il disco)