The Dangerous Summer Coming Home cover

REVIEW: “Coming Home” by The Dangerous Summer

DI SIMONE DE LORENZI

Facciamo un po’ d’ordine nella carriera dei The Dangerous Summer: l’ultimo disco risaliva al 2020, quando avevano dato alla luce l’EP All That Is Left of the Blue Sky con la propria etichetta Molly Water Music, staccandosi dal legame che avevano fin dalle origini con Hopeless Records; due anni più tardi il duo approda a Rude Records con la formazione arricchita del chitarrista Josh Withenshaw e del batterista Christian Zawacki. E ora arriva il sesto full length Coming Home, che propone undici brani tra l’alternative rock e l’emo, delicati e potenti al tempo stesso, intrisi di una nostalgia che riconduce alle atmosfere sognanti evocate anche dalla bella copertina.

Le prime due tracce, Coming Home e All I Ever Wanted Was a Chance to Know Myself, suggeriscono la direzione presa dallo stile, ovvero moderatamente movimentata – non distaccandosi poi molto dallo quello adottato nell’ultimo EP (a cui si fa riferimento anche nel verso “And what’s left of the sky is gone” della title track).

È poi il turno dell’ottima Sideways (nota di merito per il ritornello, su cui i vocals di AJ Perdomo fanno un gran lavoro), prima canzone di una serie in cui a prevalere sono sonorità lente e malinconiche che rendono difficile tracciare la linea che individua le ballad. Se questa operazione funziona per Sideways e Goodbye – perfetta come traccia di chiusura –, ha però un esito non del tutto soddisfacente quando i ritmi diventano troppo strascicati, come in Polarity, Big Green Eyes (specie per il ritornello, che presto stufa) e Someday.

Per ovviare al rischio di piattezza, a questi i The Dangerous Summer alternano brani più energici che intervengono a risollevare i toni e ridare vivacità all’ascolto, come Wide Open e Dimensional Love; o ancora danno vita a soluzioni a metà strada tra dinamicità e pacatezza, come Gold Star e Meet Me in the Morning (quest’ultima sconta però un po’ di ripetitività).

Coming Home cerca strade più intime e meno ruvide rispetto al passato. Non è all’altezza dei precedenti album dei The Dangerous Summer per iconicità ed efficacia, ma si può ritenere coerente con sé stesso dall’inizio alla fine; l’impressione è che sia più riuscito il disco intero che non le singole canzoni, tra cui nessuna o poche spiccano davvero.

VOTO: 3/5

TRACKLIST DI THE DANGEROUS SUMMER COMING HOME:

1. Coming Home
2. All I Ever Wanted Was a Chance to Know Myself
3. Sideways
4. Dimensional Love
5. Big Green Eyes
6. Gold Star
7. Meet Me in the Morning
8. Polarity
9. Wide Open
10. Someday
11. Goodbye

Etichetta discografica:

Rude Records (sito per acquistare il disco)


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