Copertina di Gravity dei The Dangerous Summer

Gravity by The Dangerous Summer – Recensione

di Simone De Lorenzi

Secondo album sotto Rude Records per i The Dangerous Summer, dopo Coming Home arriva Gravity, un disco che fin dal titolo manifesta la volontà di proseguire su quelle atmosfere oniriche che sono state spina dorsale della carriera della band. Lo fanno con il loro consueto impasto di alternative rock ed emo, rassicurandoci sulla loro identità musicale e non prendendo strade divergenti rispetto al passato.

Il loro marchio di fabbrica, che riflette gran parte della produzione recente, è mostrato rivelando il lato più riflessivo e quieto: si vedano I Feel More Like Myself When I’m Losing It e soprattutto Gravity, le quali mettono in evidenza la cura verso la parte strumentale. A questo blocco appartiene anche l’inevitabile chiusa acustica Into the Stratosphere, tanto necessaria quanto godibile, e tentativi meno efficaci come Turning Love Into War, che risulta abbastanza ripetitiva.

 

A controbilanciare questo atteggiamento relativamente pacato ci pensa una spinta più movimentata che esprime tutta la potenza percorribile dal gruppo statunitense e che trova il culmine in brani come Pacific Ocean, You’ll See It All Coming e With My Pen. Ma senza stare a fare divisioni troppo categoriche, il quartetto è spesso bravo a trovare equilibrio tra le due componenti: ne sono prove canzoni come What’s An Hour Really Worth, Where Did All the Time Go? e Dream; seguono la stessa strada, ma con risultati inferiori, Wild One e Clouds in My Eyes.

Nelle loro canzoni i The Dangerous Summer affrontano l’interiorità, ma lo fanno partendo dalla cosa più esteriore che si possa immaginare, lo spazio. Mescolano privato e universale, accostano esperienze quotidiane a temi esistenziali – tempo, morte, solitudine, amore, difficoltà della vita –, che necessitano di una prospettiva esterna per essere osservati al meglio. Come astronauti che si spingono fino al buio più totale, solo per vedere meglio illuminato tutto quanto.

 

In Gravity i The Dangerous Summer non spostano le coordinate di fondo che sottostavano a Coming Home, ma qui si sentono più a loro agio (anche se danno il loro meglio nella prima metà del disco). Per certi versi il suono confezionato è più aderente a certe tracce del passato e segna una sintesi efficace della loro carriera. Notiamo con piacere che nessuna delle dodici canzoni scende sotto i tre minuti, in barba a ogni convenzione del mercato discografico odierno: dall’alto della loro esperienza i TDS si prendono tutta la calma necessaria per scrivere dei brani distesi e comporre un album che – lo si sente – piaccia a loro prima di tutti. E i fan apprezzeranno sicuramente.

 

TRACKLIST DI THE DANGEROUS SUMMER – GRAVITY

1. I Feel More Like Myself When I’m Losing It
2. Pacific Ocean
3. Gravity
4. You’ll See It All Coming
5. What’s An Hour Really Worth
6. Turning Love Into War
7. Where Did All the Time Go?
8. With My Pen
9. Wild One
10. Clouds in My Eyes
11. Dream
12. Into the Stratosphere

Etichetta Discografica:

Rude Records (acquista il disco)

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