Voina, band

Voina: ci divertiamo ancora a scrivere, altrimenti avremmo fatto un disco death metal o bossanova brasiliana

I Voina vengono dall’Abruzzo, precisamente da Lanciano, e hanno pubblicato il loro fresco fresco terzo album Ipergigante lo scorso 14 febbraio con V4V Records. La carriera musicale del gruppo inizia nel 2013 con l’EP Finta di niente, interamente autoprodotto e diretto artisticamente da Manuele Fusaroli e Marco Di Nardo (Management del Dolore Post-Operatorio). Nel 2015 esce il primo album Noi non siamo infinito che li porta a un tour in giro per l’Italia e al ricevimento del premio MEI come miglior band emergente.

Ma è con l’uscita del secondo disco Alcol, schifo e nostalgia che la band si piazza stabilmente sui radar del panorama alternativo nostrano, anche grazie al singolo Io non ho quel non so, che entra nella classifica Viral Italia su Spotify. Il 21 febbraio partendo dal Circolo Ohibò di Milano (qui i dettagli sull’evento) inizieranno il tour che li porterà in tutta Italia per presentare live il nuovo album.

Voi collaborate con l’etichetta V4V, che è spesso salita all’attenzione nel panorama underground italiano negli ultimi anni. Che valore aggiunto credete dia essere sotto quest’etichetta per voi?

Conosciamo Michele [main man di V4V, NdR] da molti anni, è un cafone abruzzese come noi, solo che le nostre strade non si erano mai incrociate a tal punto da far venire fuori una collaborazione. Questa volta le stelle si sono allineate e siamo riusciti a lavorare insieme su questo disco. Michele è uno che lavora solo quello che gli piace e solitamente gli piace roba davvero figa. Il valore aggiunto è il certificato di qualità del marchio V4V che da anni si sbatte per pubblicare solo roba di qualità. Il valore negativo sono i milioni di messaggi che ci manda ogni giorno perché siamo delle teste di cazzo e non stiamo mai dietro alle scadenze.

Fra tutte le vostre canzoni, quale brano scegliereste per farvi ascoltare da chi non vi ha mai sentito?

È una domanda molto complessa. Ogni canzone esprime qualcosa di un determinato momento e di una particolare parte di te. È come quando fai un colloquio di lavoro e ti dicono: “descriviti con tre parole”. Che grande stronzata. È impossibile. Non puoi descriverti con tre parole come non puoi scegliere una canzone per riuscire a farti capire. A chi non ci ha mai sentito dico: ascoltatevi tutto il disco. Se non vi va, pace!

Uno dei singoli dal nuovo album si chiama Blu, c’è un significato particolare per la scelta del titolo? È riferito a un’emozione oppure è un colore che ha un particolare significato per voi?

È il nome che vorrei dare a mia figlia.

Quali sono state le influenze musicali che vi hanno ispirato per l’uscita del vostro nuovo album?

Non siamo dei puristi. Non lo siamo mai stati. Per questo disco abbiamo ascoltato parecchie cose diverse, anche perché volevamo evitare di cadere nel tranello di copiare noi stessi, cosa che può accadere quando trovi un suono abbastanza riconoscibile. Tre nomi su tutti: The XX, Lil Peep, XXXtentacion.

Dei nuovi pezzi, qual è la canzone che vi siete divertiti di più a scrivere e perché?

Le ore piccole. L’unico pezzo davvero felice del disco. In generale però ci divertiamo ancora a scrivere, altrimenti avremmo fatto un disco death metal o di bossanova brasiliana solo per dare fastidio a tutti.

Se poteste decidere di fare una collaborazione con un artista internazionale chi scegliereste?

Jennifer Lopez.

Se non aveste fatto musica cosa vi sarebbe piaciuto fare nella vita?

Una volta a questa domanda rispondevamo “i bidelli”, ma adesso lavorando a scuola ho visto che i bidelli lavorano davvero troppo.

Voina in concerto al Circolo Ohibò di Milano

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