Beauty School Dropout band

Speciale SummerSadFest: intervista ai Beauty School Dropout

di Michela Rognoni
Il 25 giugno 2023 al Circolo Magnolia di Segrate (MI) si svolgerà la prima edizione del SummerSadFest (biglietti qui), un festival sui generis ideato da La Sad (come si può intuire dal nome) che vedrà protagonisti alcuni degli artisti più scottanti della nuova scena emo/pop punk italiana e mondiale. Uno degli ospiti internazionali saranno i Beauty School Dropout: andiamo a conoscerli meglio!

Un solo album, We Made Plans & God Laughed, uscito lo scorso anno con Versewire, è bastato ai Beauty School Dropout per dimostrare di essere una delle band più fresche e interessanti della nuova scena pop punk internazionale. In occasione del loro primo show in territorio italiano, abbiamo parlato con loro di Blink-182 e sindrome dell’impostore. E sì, abbiamo anche resuscitato la domanda sulle uova.

 

Avete iniziato come band indipendente, quindi quanto è diverso ora che siete con Versewire [l’etichetta lanciata da Mark Hoppus e Pete Wentz, nda]? Com’è cambiato il vostro approccio?

Firmare con Versewire ha dato una nuova dimensione al nostro team, per cui ha sicuramente cambiato molte cose. Nell’ultimo anno abbiamo raggiunto degli obiettivi notevoli che sono proprio un diretto risultato di questo, del fatto che nel nostro nuovo team, fortunatamente, siamo tutti allineati, condividiamo la stessa visione.

Il vostro brano Almost Famous sembra parlare di come le persone abbiano iniziato a trattarvi diversamente da quando siete sotto i riflettori. Come state affrontando questa situazione?

In realtà Almost Famous è più una frecciatina a quelle persone nel nostro giro che hanno iniziato a fare tutti i carini con noi perché abbiamo firmato con Mark Hoppus, quando prima non ci calcolavano di striscio. In realtà non credo che abbiamo ancora raggiunto abbastanza fama, ci stiamo ancora lavorando, quindi per ora è difficile pensare a come sarà e a come ci comporteremo. A Los Angeles in generale funziona così, tutti cercano di essere qualcuno, quindi per forza di cose le persone iniziano a cercarti non appena ti guadagni un po’ più di attenzioni.

So che è una domanda che vi fanno tutti, mi dispiace ma devo chiedervelo: avete firmato con l’etichetta collegata a Mark Hoppus, lui è in una vostra canzone, in un vostro video, e citate i Blink-182 come band preferita in Freak. Quindi… com’è lavorare così vicino al proprio idolo? E come descrivereste il vostro primo incontro con lui?

Il primo incontro con Mark è stato divertente perché lui è esattamente come ti immagini che sia: incredibilmente gentile con un pizzico di quel suo umorismo freddo. È stato anche un momento importantissimo per noi perché, come hai detto, i Blink sono una delle nostre band preferite di sempre. Il fatto che lavoriamo così vicini a loro ci sembra ancora surreale.

 

La cosa che mi piace di più dello scoprire nuove band oggi, da adulta, è che le loro influenze principali sono cose che conosco e posso finalmente cogliere tutte le reference. Questo per dire che nella vostra musica si sente molto l’influenza dei Blink – ovviamente – un po’ di grunge degli ultimi anni ’90 e forse anche un qualcosina di EDM. Ma quali sono veramente i suoni che vi hanno ispirato? E cosa ne pensate di questa nuova scena pop punk/alt rock in generale?

Prendiamo spunto da una vasta gamma di influenze, però sì, la tua tesi è abbastanza accurata: molto grunge, pop punk, pop e EDM. Ci piace un sacco quello che sta succedendo nella scena rock in questo momento, ma vorremmo davvero vedere altri artisti spingersi oltre i propri confini soprattutto nella produzione per innovare, per dare nuovi suoni alla scena.

Nel 2022 avete pubblicato un album, invece adesso state rilasciando alcuni singoli – il che sembra essere il miglior modo per attirare l’attenzione in termini di streaming. Album completo o singolo per singolo: quale dei due preferite come band e come ascoltatori?

Ci piace fare uscire i singoli per mantenere alta l’attenzione, ma proviamo più soddisfazione nel mettere insieme un lavoro che risulti completo. Come ascoltatori invece abbiamo tutti preferenze diverse.

Parlando di singoli, l’ultimo che avete pubblicato si chiama Dying to Be You e parla della sindrome dell’impostore, che è un topic molto sentito e familiar per la nostra generazione. Anche se come band sembrate molto sicuri di voi stessi, avendo partecipato a grandissimi concerti insieme a Turnstile e Blink 182…

Sì, credo sia facile non pensare al fatto che anche se stiamo avendo successo abbiamo comunque delle emozioni e una salute mentale di cui prenderci cura. Ed è anche per questo motivo che ci teniamo molto a parlarne. È vero, siamo molto sicuri di noi stessi e di quello che stiamo facendo come band, ma a volte siamo anche costretti a nascondere un po’ i problemi che possiamo avere.

 

Al giorno d’oggi ci sono così tanti modi per far crescere la propria community che quasi è diventato ancora più difficile farlo. Troppi social network e piattaforme digitali, insieme ovviamente ai luoghi fisici… quali sono i vostri modi preferiti per nutrire la vostra fanbase e per far conoscere la vostra musica a persone nuove?

Gli strumenti che abbiamo ora per raggiungere un’audience sono più accessibili che mai. I fattori più importanti rimangono l’autenticità e cosa riesci a restituire alla tua community. Quando eravamo agli inizi utilizzavamo molto Discord perché permette di comunicare apertamente con la fanbase, invece adesso il nostro modo preferito di interagire con i fan sono sicuramente i concerti dal vivo e le interazioni reali.

Ancora una cosa: tra pochissimo suonerete per la prima volta in Italia in occasione del Summersadfest. Cosa vi aspettate?

Niente più di divertimento e buon cibo! ?

Sapete, da giovane chiedevo sempre alla band che intervistavo “cosa ne pensi delle uova?” Quindi, perché no: cosa ne pensate delle uova?

Ma le uova intendi fritte o fecondate?


Oltre a quella ai Beauty School Dropout, potete leggere tutte le nostre interviste a questo indirizzo!

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