Di rinascite, math rock e Ostia Lido: i Cenere presentano il singolo “Dove non si Muore” – Intervista
Di Vittoria Brandoni
Se i Cenere sono tra le realtà emergenti romane più degne di nota nel panorama alternative, l’ultimo singolo Dove non si Muore è la loro immagine riflessa.
DNSM colpisce già di suo senza contesto aggiunto, con un ritornello immediatamente memorabile incastonato come una bomba ad orologeria tra riff catartici e deliziose chitarrine twinkle. Ma se poi si va a scoprire che è stato un trio di giovanissimi del litorale romano a scrivere l’inno midwest emo del 2021, il tutto diventa ancora più poetico. E con un equilibrio da fuoriclasse, i Cenere trovano in DNSM la giustapposizione perfetta tra l’incertezza dell’anno che ci ha preceduti e la propulsione che ci spinge a superare anche questa, a cambiare per il meglio.
Abbiamo fatto due chiacchiere con loro per sapere qualcosa in più su Dove non si Muore: potete trovare il singolo qui sotto, insieme alla nostra intervista.
I Cenere sono giovanissimi, romani e rocker: Vi piacerebbe raccontarci in qualche riga vostro percorso fin ora e come, nel bene o nel male, esso sia legato al territorio da cui provenite?
Ormai sono quasi 4 anni che lavoriamo insieme come Cenere. Il nostro è sicuramente un percorso iniziato da poco ma tutti noi sentiamo di essere cambiati molto rispetto a quando abbiamo iniziato a collaborare, anche grazie al contatto con gli artisti del nostro territorio che, in alcuni casi, sono diventati amici di viaggio. Fare musica a Roma possiamo considerarla solo una grande fortuna: la città in cui viviamo è il teatro delle storie che raccontiamo oltre ad essere il luogo che ci ha visto nascere e crescere, e ci ha anche permesso di esibirci su palchi incredibili fin dall’inizio.
Una grande città come questa può essere impegnativa ma di grande ispirazione, perché anche se la scena musicale cambia velocemente Roma ha sempre avuto una solida comunità di appassionati al rock in tutte le sue varianti e le novità non mancano mai. È un territorio pieno di eventi, piccoli e grandi, dalle serate in pub seminterrati ai grandi palchi all’aperto, un intreccio di underground e pop che ti fa sentire in prima linea.
Come nasce Dove non si muore? Rappresenta una rinascita per voi dopo l’anno complicato appena trascorso?
Dove non si muore nasce un po’ come esperimento. Avevamo messo insieme dei brani per un demo e pochi giorni prima di registrarli proviamo questo nuova idea: piace subito a tutti, e poco dopo ha anche un testo tutto suo. Alla fine decidiamo di registrarne una bozza, mettiamo il mix nel cassetto, e scoppia l’emergenza. Nasce quindi prima di tutto questo, praticamente una vita fa. Nell’ultimo anno, senza esagerare, abbiamo perso e ricostruito da zero tante certezze; abbiamo vissuto mesi privi di riferimenti e ancora non ci sentiamo del tutto stabili, perché a prescindere dall’emergenza, in parte complice, siamo stati costretti a fare dei cambiamenti profondi. Diciamo una “crescita forzata”, che la parola “crescita” fa suonare tutto un po’ meglio. Nel frattempo DNSM è rimasto in cantiere come promemoria di dove volevamo andare musicalmente, e ci ha permesso di riprendere dal punto in cui avevamo lasciato. In un certo senso sì, rappresenta una rinascita per la nostra musica e sicuramente getta le basi per costruire qualcosa di nuovo, una spinta per ripartire.
Il nuovo brano può essere considerato una svolta stilistica per voi, e l’influenza emo/math rock si fa sentire più che mai rispetto al resto del vostro catalogo. Entrambi sono generi che non vengono abbracciati spesso nel contesto della scena romana: quali band e sonorità potete citare come influenze per DNSM?
Si, non sono generi molto diffusi nella “scena”. Può sembrare un controsenso ma è stata anche una delle motivazioni per cui abbiamo scelto di cambiare direzione, perché da fruitori e appassionati, in questo momento di ritorno del rock nel mainstream, scegliere di portare qualcosa di diverso da generi “classici” come il grunge, il funk o l’hard rock ci stimola a scrivere, anche se per certi versi significa allontanarsi da una comfort zone fatta di sonorità più diffuse in Italia. Fare musica che ci piaccia davvero suonare per noi è fondamentale, e non c’è motivo più semplice per giustificare questa svolta stilistica. Dopotutto ogni musicista, più o meno affermato, ha una sua naturale evoluzione sia in ciò che scrive che in ciò che ascolta, e la seconda parte vale un po’ per tutti gli appassionati di musica. Nel nostro piccolo noi non facciamo eccezione, e tra gli artisti che più ci hanno influenzato nell’ultimo periodo possiamo sicuramente citare Chon, Totorro, Covet, Tiny Moving Parts, American Football e Toe.
In un mondo post-COVID, qual è il modo migliore per supportare una band locale/emergente in quanto ascoltatore e fan? Cosa vi aspettate e cosa sperate per la ripartenza della musica e degli eventi live?
Il modo migliore per supportare una band emergente, pur vivendo nell’era dei social network, è andare ai concerti. La visibilità mediatica conta, è vero, ma la musica dal vivo ha un impatto totalmente diverso per i musicisti e per chi li segue: si può toccare con mano la musica degli artisti, conoscerli, acquistare il merch, condividere idee e dare feedback sulla performance. Tutto questo è fondamentale per chi suona, perché anche se gli stream fanno piacere con gli stream non puoi parlare. La parte più bella dei concerti è fare due chiacchiere con l’amico che ti viene a vedere per la prima volta, o con quello che conosce i pezzi a memoria e ti elenca tutti gli errori che hai fatto quella sera. Ma non solo, andare ai concerti dal vivo è il modo migliore per permettere agli artisti di lavorare e portare la loro musica ovunque. Ci aspettiamo un miglioramento, anche se lento e faticoso. Quest’anno è stato difficile per il mondo dell’arte e dello spettacolo ma dobbiamo, a denti stretti, superare tutto questo per continuare a fare ciò che amiamo fare, indipendentemente dallo stare sopra il palco o sotto palco.
Ci sono dei piani per il futuro prossimo dei Cenere che potete condividere ora?
Il nostro futuro sarà concentrato sul lavoro in studio, la scrittura di nuovi brani e l’arrangiamento di altri un po’ più datati. E’ il momento di portare nella musica dei Cenere tutto quello che nell’ultimo anno abbiamo maturato musicalmente, cosa che in parte già si sente nell’ultimo singolo. Mesi fa abbiamo inciso alcuni brani che adesso non ci rappresentano, quindi è indispensabile rimettere mano alle tracce e rimandarne l’uscita ancora un po’. Vorremmo dare più dettagli e magari farvi sentire qualcosa (fidatevi, siamo i primi a dover sopportare questi mesi con pazienza) ma possiamo solo dirvi che stiamo preparando nuovo materiale da portare on stage questo inverno. Il lavoro sarà tanto ma siamo felici di tornare operativi. DNMS è solo l’inizio, abbiamo ancora molto da dire e non vediamo l’ora.
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