Fiddlehead

Fiddlehead: Sullenboy è la nuova canzone, e tutte le news della settimana

Sullenboy è l’attesissimo nuovo singolo dei Fiddlehead

Poche band negli ultimi anni hanno avuto tanto hype quanto i Fiddlehead nel mondo vicino all’hardcore. Okay, i Turnstile ovviamente, ma nell’ambito della nicchia i Fiddlehead sono probabilmente quanto di più vicino ci sia a loro a livello di stima e apprezzamento unanime. A due anni dall’album Between the Richness, la band di Run for Cover Records è pronta a farci ascoltare quello che inevitabilmente è uno dei dischi più attesi dell’anno nel suo ambito di riferimento. Death Is Nothing to Us uscirà il 18 agosto, e i Fiddlehad lo anticipano con il singolo Sullenboy, che non fa esattamente la rivoluzione in termini di sonorità per la band, nel senso che suona esattamente come ci aspetteremmo che suonasse un singolo dei Fiddlehead nel 2023, con quell’unione di sonorità emo e cantato hardcore di Pat Flynn che tanto piace. Nulla di sbagliato comunque: questo sound è proprio quello che ha avvicinato le persone alla band, e ci sembra una scelta sensata in questo momento della carriera quella di svilupparlo ulteriormente, magari con la speranza di portarlo a sempre più orecchie. [AM]

 

Doppio singolo per i The Maine: Blame e How to Exit a Room anticipano il nuovo album

Era un po’ di tempo che i The Maine se ne stavano quieti, ma si intuiva che stessero tramando qualcosa. Nel settembre scorso era uscita la bella Box in a Heart, poi silenzio tombale. Fino al grande annuncio: due anni dopo XOXO: From Love and Anxiety in Real Time, il loro ottavo album, self-titled, sarà disponibile il 1° agosto 2023; una data che, vista secondo lo strano formato americano, non è scelta a caso: l’8.1.23, infatti, è un numero caro alla band (“8123 means everything to me”). Ad accompagnare la lieta novella due brani nuovi di zecca – Blame e How to Exit a Room –, che pur mantenendo l’impronta della band dell’Arizona non sembrano somigliare troppo a quanto pubblicato finora, anche se lo stile è un po’ poppeggiante è sempre vicino al pop rock che si poteva trovare sull’ultimo disco o su You Are Ok. Non si tratta di canzoni radiofoniche, si intravede anzi una certa cura nella ricerca dei suoni: non sono estremamente catchy come i The Maine sanno essere talvolta, ma l’hype per l’album è già alto. [SDL]

Il lato umano di Yungblud con Lowlife

Yungblud ci aveva lasciati lo scorso anno con il suo album self-titled e la collaborazione con Avril Lavigne in I’m a Mess. Dai ritmi Britpop e super positivi, dove ogni problema riusciva a essere risolto, questa volta l’artista inglese mostra il proprio lato più fragile nel nuovo singolo Lowlife, con ritmi hip hop e la scomparsa degli strumenti. Raccontando stralci di vita fra quando non si ha voglia di uscire e di vivere: ‘I don’t go to the bar / I sit in the dark / I smoke a cigar‘. [MCC]

 

Il ritorno dei Pup con due B-side dal precedente album

Dal Canada, i Pup ci deliziano con ben due singoli, scritti nel periodo dell’ultimo album The Unraveling of Puptheband: How to Live with Yourself e Smoke Screen. Rimanendo sui toni tipici della band, la prima canzone descrive come sopravvivere a sé stessi (dopo la fine di una storia d’amore), accompagnati da un rock semplice e immediato, senza versare troppe lacrime. Segue Smoke Screen che invece diventa quella ballad (a metà) che prima o poi doveva arrivare. Magari non troppo originale, però li perdoniamo. [MCC]

 

Già un altro singolo di Chris Farren, ecco Bluish

Non mi piace quando gli artisti pubblicano un singolo dietro l’altro, soprattutto se uno di questi singoli era particolarmente bello, perché sembra quasi che l’artista voglia ingozzarci di musica come le oche, senza lasciarci il tempo di goderci per bene un bel brano. È proprio quello che si può dire nel caso di Chris Farren, che tre settimane fa ci regalava quel pezzo fantastico che è Cosmic Leash, e che adesso ha già un nuovo brano da farci ascoltare, ovvero Bluish, secondo estratto dall’album Doom Singer fuori il 4 agosto su Polyvinyl. Poi magari posso anche perdonare Chris, anche perché pure Bluish è un gran bel pezzo punk rock con quelle sottostanti influenze un po’ più indie che lo rendono perfetto anche per chi non mastica il punk d’abitudine -e poi ha un ritornello veramente figo e trascinante, anche se un pochino mi ricorda quello di Strong Enough delle Boygenius, e magari è proprio per questo che lo trovo così bello. Still, diamoci una calmata, Chris, anche se sei un born hot. [AM]

 

I cari, vecchi The Front Bottoms su Punching Bag

I The Front Bottoms ci confortano nuovamente, rassicurandoci che con le nuove canzoni non vogliono uscire dal seminato del loro peculiare indie rock alternativo. Il nuovo brano incita a sfogare la propria rabbia contro un sacco da boxe (Punching Bag, appunto) e lo fa con una calma indirettamente proporzionale al contenuto del testo. Testo che, pur essendo in varie parti ripetitivo, non dà motivo di annoiare. Ricordiamo che Punching Bag, insieme ad Outlook, farà parte dell’ottavo album You Are Who You Hang Out With, in uscita il prossimo 4 agosto per Fueled by Ramen. [SDL]

 

Unlike Me dei Calling All Captains ci conferma che il pop punk triste non è morto

Tra tutte le forme di pop punk che hanno visto tempi migliori c’è anche quello che in gergo abbiamo imparato a chiamare sad pop punk (che non è sad come lo intende la recente ondata emo-trap, ma figlia piuttosto del post-hardcore e del “vero” emo). Nel 2023 non pensavamo di poterlo ascoltare ancora con la stessa intensità di dieci anni fa, prima di scoprire i Calling All Captains: la band statunitense si fa alfiere di questo stile e nella nuova Unlike Me unisce dei vocals ruvidi, sporchi e mezzi gridati alla Knuckle Puck, all’emotività melodica dei primi Real Friends. (Sad) pop punk’s not dead. [SDL]

 

La fine di un’era (e l’inizio di una nuova) con Twenty Something dei Six Impossible Things

I Six Impossibile Things ci avevano lasciato con il loro ultimo EP Sometimes You Fall Asleep in Front of Me ormai più di due anni fa. Ora la band anticipa il nuovo EP The Physical Impossibility of Death in the Mind of Someone Living con questo brano intitolato Twenty Something. Il singolo presenta fin dall’inizio un lato emo e malinconico, ricordando i vent’anni ormai passati per prepararsi a entrare in una nuova fase della vita, ma si tratta di un brano che rappresenta un grande cambiamento anche a livello di strumentazione per la band, perché è il primo brano che i Six Impossible Things presentano con un sound full band, che ascolteremo anche nel resto del disco. Tocco sempre personale che però riesce ad avere un respiro collettivo, con quella tristezza che a volte serve un po’. [MCC]

 


Oltre alla nuova canzone dei Fiddlehead Sullenboy, potete leggere tutte le nostre news a questo indirizzo!

Seguite TBA Magazine anche su Twitter e su Instagram.

Post a Comment