Fuori dall’indie #2
a cura di Giulia Perna
Questa rubrica prende nome dall’omonima playlist nata in questi mesi e ora trasformata in un altro formato per dare la possibilità agli artisti di essere ascoltati e raccolti in un nuovo contenitore.
FUORI DALL’INDIE non vuol dire che questa rubrica esclude gli artisti indie o pseudo tali e non vuol dire nemmeno che odiamo l’indie (anzi); semplicemente è una rubrica fuori da ogni schema mentale o volontà di intrappolare le canzoni in generi specifici.
Periodicamente sceglieremo un artista tra quelli di cui abbiamo parlato e lo intervisteremo proclamandolo FUORI DALL’INDIE, in modo tale da farlo conoscere in maniera più approfondita.
Continuiamo con la rubrica #2. Ecco Fast Animals and Slow Kids, Andrea Laszlo De Simone, Napoleone, Francesca Michielin feat. Vasco Brondi, Giorgieness, Fusaro, Marco Castello. Quattro singoli e due album d’esordio, i sei artisti più interessanti delle ultime settimane!
Fast Animals and Slow Kids – Come un animale (singolo)
Dopo un periodo di lunga attesa, i FASK tornano sulla scena con una nuova canzone e l’hype era fortissimo. La band non ha disatteso le aspettative, il brano è perfettamente in linea con il loro stile: un sound energico e trascinante che ha il sapore di rinascita. Fa venire una gran voglia di tornare a saltare ai concerti. Chissà quando ci verrà di nuovo concesso… intanto ascoltiamo questi animali da palco.
Andrea Laszlo De Simone – Vivo (singolo)
Questa canzone sembra arrivare da lontano, dalla nostra memoria interna, romantica e disarmante. È una ballata senza tempo, un valzer che fa venire in mente le canzoni del nostro bel Paese anni ‘60. Vivo non ha niente della hit… e meno male, direi. Non si tratta nemmeno di una sperimentazione musicale radical chic; si tratta invece di uno stato d’animo, di un’installazione fuori da ogni spazio e da ogni tempo.
Napoleone – Povera femmina (singolo)
Questa canzone è il terzo capitolo della storia narrata in chiave musicale incentrata sulla ricostruzione temporale della vita di Vito Manzo, personaggio realmente esistito con cui l’artista condivide l’amore per Amalfi e la passione per la musica. Il mare è il protagonista principale di questo racconto. Il ritmo incalzante della melodia va di pari passo con la voce del cantautore e conferma il potenziale di questo progetto.
Francesca Michielin feat. Vasco Brondi – Cattive stelle (singolo)
Questo è il featuring che non ti aspetteresti mai ma che colpisce piacevolmente. Nonostante a un primo ascolto ricordi molto il famoso connubio tra Elisa e Calcutta, a un terzo-quarto ascolto il brano fa ricredere. L’elemento vincente è la commistione tra la voce pop della Michielin e la scrittura quasi sospesa nel tempo di Vasco Brondi. Potrebbe essere una perfetta hit pop melanconica, ma il risultato è l’annullamento del distacco tra generi, e questa cosa ci piace.
Giorgieness – Tempesta (singolo)
Una canzone arrabbiata e liberatoria, atmosfere rock che trovano conforto in attimi di pacatezza. L’elemento veramente forte è la voce dell’artista che esprime emozione e verità. Questa è la canzone di una persona consapevole, di un’artista che dopo anni di carriera non ha più voglia di sottostare a nessuna regola del gioco ma le regole le fa da sé.
Fusaro – Di quel che c’è non manca niente (album)
Si tratta dell’album d’esordio di questo giovanissimo cantautore piemontese. Colpisce piacevolmente perché è ricco di atmosfere sognanti ed esprime serenità e pacatezza. Probabilmente fuori dalle mode del momento, ma per questo degno di un ascolto ancora più attento. Merita una menzione a parte il brano Dormi serena, una ballad dolce e malinconica in cui la chitarra la fa da padrona ed è quasi come una ninnananna sussurrata all’orecchio. Ascoltare questi brani è come fare un tuffo nei ricordi di Fusaro, i suoi affetti, la sua intimità. Bellissimo.
Marco Castello – Contenta tu (album)
Anche questo è un disco d’esordio. Ha il sapore di Siracusa, delicato e con una forza espressiva non da poco. A primo ascolto sembrano canzoni leggere, invece a un ascolto più attento viene fuori un mix di pop, funk, jazz, blues che fa proprio il ricordo di Battisti e di Pino Daniele. Storie di vita quotidiana rievocano atmosfere soffuse. Questo disco è stato pensato prima della pandemia, e infatti ci restituisce la spensieratezza di un tempo, quella di cui abbiamo bisogno oggi più che mai.
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