Copertina di Sbagliare sognare dei Lost

Sbagliare sognare by Lost – Recensione

di Simone De Lorenzi

I Lost riemergono dagli abissi della scena alternativa italiana con il nuovo album Sbagliare sognare. Lo fanno nel 2024, l’anno del ritorno dei Melody Fall e dei Vanilla (Sky), a una settimana dal disco della rinascita dei Finley, all’interno di una scena viva più che mai: dopo la rinnovata ascesa del pop punk al mainstream con i vari Naska e La Sad l’ormai duo composto da Walter Fontana e Roberto Visentin è pronto a fare i conti con vecchi e nuovi fan.

In queste dodici tracce i Lost cantano di un’esperienza generazionale ma senza tempo: quella dei reietti, degli sconfitti, dei perdenti che però hanno voglia di reagire. Non lo fanno con l’ostentazione edgy del wannabe punk, né con il tono nostalgico da eterni Peter Pan adottato da alcuni artisti che in questo momento tentano l’assalto alla carovana del revival, bensì con coerenza, genuina determinazione e nessuna ombra di autocelebrazione. Sono passati ben quattordici anni dal loro ultimo disco, ma i Lost non sono tornati per andare in cerca degli ennesimi quindici minuti di popolarità.

Infatti parlare di pop punk sarebbe limitante, perché il nuovo album non guarda agli strascichi MGKiani del revival, quanto piuttosto a un punk rock solido, duro ma non grezzo, che non trascura la melodicità e spesso si avventura in tirate hardcore. I Lost, insomma, non scelgono la strada facile dell’emo trap di adesso, né quella già tracciata da certo pop che era seguito ai fortunati esordi fino ai tempi più recenti.

Lo mettono in chiaro fin dalla title track iniziale, Sbagliare sognare: poco più di quaranta secondi bellicosi che chiariscono la direzione in cui tira il vento. Siamo persi prosegue questo viaggio HC fatto di soprassalti dinamitardi che puntelleranno tutto il disco, come in La nostra rivoluzione, manifesto definitivo di quelli che come loro sono “stanchi di restare in gabbia”. Ancora, Io non sono come te esplicita quella rivendicazione di alterità che permea la tracklist, mentre in Noi riconoscono una comunanza d’intenti in chi si scaglia verso omologazione e conformismo.

Già solo da questa ricognizione iniziale è chiaro che i loro punti scena se li sono guadagnati. E se l’aggressività arriva addirittura al metalcore in Non c’è nessuno, il duo vicentino sa anche proporre sonorità pop punk più classiche in Atlantide, e riesce a regalare emotività come in Fuori posto – quasi delicata nonostante schitarrate e pestaggi di batteria – senza rinunciare a melodia e orecchiabilità (vedi anche Pillole). Piccole variazioni sul genere che non compromettono la coerenza di un disco che si presenta compatto dall’inizio alla fine e non ammette falle o punti deboli.

In Sbagliare sognare troviamo due collaborazioni che dimostrano la sensibilità dei Lost verso il nuovo panorama alternative. La prima è quella del country boy Jack Out in Sottosopra, il cui intervento rimane leggero e non sposta di molto il peso del punk rock proposto. Più azzeccato il connubio con Millefiori per Attacchi di panico, che risulta uno dei pezzi più catchy del disco. Recuperano invece lo spirito di un tempo insieme agli amici dARI in Come ogni venerdì, singolone capace di generare poghi e singalong meritati. Mi sembra ottimo che in questi featuring siano i Lost a tracciare il segno e non lasciarsi plasmare dai tre ospiti.

Sbagliare sognare è voglia di riscatto dalle ferite che non scade mai in autocommiserazione e vittimismo. Sbagliare sognare è un grido di denuncia e lotta esistenziale, di speranza e fratellanza. E noi non vediamo l’ora di urlarlo domani, sabato 25 maggio, all’Alcatraz di Milano dove presenteranno il nuovo album (info evento/biglietti).

TRACKLIST

1. Sbagliare sognare
2. Siamo persi
3. Atlantide
4. Sottosopra (feat. Jack Out)
5. La nostra rivoluzione
6. Fuori posto
7. Non c’è nessuno
8. Pillole
9. Attacchi di panico (feat. Millefiori)
10. Io non sono come te
11. Come ogni venerdì (feat. dARI)
12. Noi

Etichetta Discografica:

Indiebox Music

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