McFly Power to Play copertina

REVIEW: “Power to Play” by McFly

DI ILARIA COLLAUTTI

A tre anni da Young Dumb Thrills, tornano i britannici McFly con il nuovo album Power to Play, pubblicato il 9 giugno per BMG.
In questi anni di attesa, la band ha spesso dichiarato che il disco sarebbe stato completamente diverso dai precedenti, esplorando sonorità più pop punk che lo avrebbero reso il miglior lavoro della loro carriera. Ma sarà stato vero? In parte sì.

 

L’opener del disco Where Did All the Guitars Go? – presentata come primo singolo – ha indicato il mood su cui si sarebbe sviluppato Power to Play, tornando a dare spazio agli strumenti suonati e discostandosi dai suoni più elettronici che invadono la musica moderna.
La seconda traccia dell’album Land of the Bees ci lascia però confusi e preoccupati, sensazione che ci accompagnerà per gran parte del disco; un insieme di elementi – musicali e vocali – che spesso creano un sovraccarico di idee che non sempre si incastrano nel modo giusto. Insomma, less is more.

I’m Fine è stata descritta come la traccia emo del disco e in effetti, grazie anche alla voce più grezza di Dougie, richiama qualche sonorità tipica del genere dei primi anni 2000; sicuramente una delle canzoni più convincenti fino a questo punto. Segue poi Taking Back Tonight, la quale prometteva bene con strofe allegre e ritmate che vengono però spezzate da ritornelli troppo lenti che non la fanno decisamente esplodere.

 

Si apre poi il trittico di canzoni che risulta il segmento migliore del disco: Honey I’m Home, una traccia acustica che fa risaltare tutti i colori vocali di Danny Jones, esaltandone la bravura nel finale full band; l’allegra Route 55, scritta in collaborazione con Mark Hoppus, è la canzone dell’estate da ascoltare durante i road trip – come suggeriscono proprio le lyrics. E infine Crash, l’unica vera e propria traccia con elementi pop punk veloci che richiamano lo stile dei blink-182. Viene poi lasciato lo spazio a Make It Out Alive – un pezzo molto particolare che può non piacere a tutti ma che, indubbiamente, riesce a trascinarti nel climax finale – e alla closure Shine On, una canzone che invece viene dimenticata molto facilmente.

 

Sono due i principali problemi di Power to Play: innanzitutto, mancano gli elementi catchy che hanno caratterizzato la carriera dei McFly, rendendo le canzoni più difficili da metabolizzare. In secondo luogo, il disco non solo non riesce nell’impresa di svecchiare la band – che vanta ormai quasi due decenni di carriera – ma spesso li invecchia. Sono molti i richiami al rock classico degli anni ’80, come i riff dei singoli Where Did All the Guitars Go? e God of Rock & Roll, gli assoli di chitarra sparsi un po’ ovunque e le batterie di Forever’s Not Enough che rievocano lo stile di Phil Collins.

Tornando quindi alla domanda iniziale, sono veritiere le dichiarazioni dei McFly? Sì, Power to Play è diverso da tutto quello che hanno pubblicato finora, nel bene e nel male. No, non è un disco pop punk. È il migliore della loro carriera? Questo dipende dai gusti, ma molte canzoni non sono all’altezza degli standard che ci si aspetterebbe dai McFly.

TRACKLIST DI MCFLY – POWER TO PLAY:

  1. Where Did All the Guitars Go?
  2. Land of the Bees
  3. Forever’s Not Enough
  4. God of Rock & Roll
  5. I’m Fine
  6. Taking Back Tonight
  7. Honey I’m Home
  8. Route 55
  9. Crash
  10. Make It Out Alive
  11. Shine On

Etichetta discografica:

BMG (sito per acquistare il disco)

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