Neck Deep: Heartbreak of the Century è la nuova canzone, e tutte le news della settimana
L’anti-San Valentino dei Neck Deep in Heartbreak of the Century
Un paio di settimane fa i Fall Out Boy pubblicavano Heartbreak Feels So Good, mentre ora i Neck Deep rincarano la dose con Heartbreak of the Century, una breakup song uscita naturalmente il 14 febbraio. Con lo scorso singolo STFU il gruppo gallese ci aveva fatto credere di aver intrapreso la strada del self-release, invece scopriamo (non senza una punta di rammarico) che non si è ancora smarcato da Hopeless Records. I Neck Deep ripropongono nuovamente un pop punk solido, tirato anche se non grezzo come nei primi anni: in definitiva un sound maturo, che ha trovato il suo equilibrio tra tutto ciò che è stato prodotto finora dalla band, avvicinandosi per stile a un album come The Peace and the Panic. P.S.: nel video ancora non c’è traccia del nuovo batterista che andrà a sostituire Dani Abasi. [SDL]
La celebrazione pura dell’amore con Modern Love degli All Time Low
A un mese da Tell Me I’m Alive, gli All Time Low pubblicano Modern Love, che farà parte del nuovo album Tell Me I’m Alive in uscita il 17 marzo per Fueled by Ramen. Visto che alla band piace sempre cambiare, a un nuovo singolo corrisponde un diverso sound e questa volta abbiamo un pop rock classico, ma la parte più accattivante rimane il video. Il cantante Alex Gaskarth vestito completamente di rosso con delle ali intonate immerso in una stanza che è un pieno tripudio di riferimenti a San Valentino (non a caso il video è uscito il 14 febbraio). La canzone scorre, ma pian piano ci accorgiamo del retrogusto amaro: un amore ‘moderno’ troppo rapido che dopo l’innamoramento iniziale non dura oltre la luna di miele. Per i più attenti, il finale di Tell Me I’m Alive è l’intro di Modern Love e viceversa: la band di Baltimore non lascia mai nulla al caso. Ricordiamo che gli All Time Low suoneranno in Italia il 25 febbraio al Fabrique di Milano: per tutte le info e i biglietti potete consultare la pagina Facebook dell’evento. [MCC]
I The Used tornano con People Are Vomit che anticipa il nuovo album
Finalmente i The Used a tre anni dal loro ultimo album Heartwork presentano People Are Vomit, la prima canzone che preannuncia il nuovo disco Toxic Positivity in uscita il 19 maggio per Big Noise Records. Per gli ascoltatori usuali della band è come tornare a casa: il cantante Bert McCraken è sempre una certezza, con questo contrato fra punk e scream crudi e la sua voce molto pulita che si alterna nel corso dell’ascolto. Il ritornello, da cantare come un coro da stadio, è molto avvincente, e il tutto viene completato da scream finali molto classici, senza troppi colpi di scena. Un singolo che vuole far capire che la band è tornata, non volendo troppo scombinare le carte (per ora). [MCC].
I The Amity Affliction duettano col rapper Louie Knuxx, morto nel 2021, su I See Dead People
Si possono dire tante belle cose sui The Amity Affliction, ma una di queste non è che i loro titoli brillino per originalità. Un po’ come nei titoli dei fumetti di Diabolik dove le parole “morte”, “mortale”, “fatale” (o una loro variazione) compaiono in un buon 50% dei casi, la band australiana pubblica il suo nuovo singolo, che si chiama I See Dead People. La gente morta non è solo nel titolo del brano, ma è addirittura presente nel brano stesso: all’interno della canzone c’è infatti un passaggio cantato dal rapper neozelandese Louie Knuxx, scomparso nel 2021. Il brano in sé è sicuramente uno dei più heavy della discografia della band: non c’è nemmeno una singola parte cantata pulita e tutto è affidato agli scream furiosi di Joel Birch, con breakdown a iosa. Sinceramente è una scelta che ci piace, perché i ritornelli ariosi e melodici per cui la band è nota cominciavano a sapere un po’ di stantio. [AM]
Rat Race è la nuova canzone dei WEL
I WEL (ragazzi, continuo a non abituarmi all’abbreviazione del nome Why Everyone Left) sono sempre una certezza: a un annetto di distanza dal singolo Poi torna, la band torna con il nuovo brano Rat Race, che è la continua conferma della potenza del pop punk italiano, sempre vivo e pulsante. Tutto, dal testo (compresi i na-na-na alla Blink) agli strumenti, rispecchia i canoni del genere, ma con un doveroso occhio alla contemporaneità dato dalle contaminazioni del brano con elementi trap. I WEL suoneranno il 26 maggio in apertura ai Bull Brigade in Santeria Toscana 31 (Milano): info e biglietti li trovate a questo link. [MCC]
Il passato degli Story of the Year riaffiora in 2005
Ci sono stati i Good Charlotte con 1979, i Bowling for Soup con 1985 e gli As It Is con I Miss 2003 (e chissà quante altre canzoni che ricordano i bei tempi andati). Anche gli Story of the Year non si sottraggono alla moda di celebrare il passato e in 2005 cantano di quanto era semplice la vita anni fa e le cose si facevano con più calma. Al contrario degli ultimi singoli, che ricercavano un post-hardcore anche molto heavy, il piglio di questo nuovo brano è decisamente tranquillo e guarda piuttosto a un pop rock nostalgico. 2005 sarà senza dubbio la ballad dell’album Tear Me to Pieces, in uscita per Sharptone il 10 marzo prossimo. [SDL]
Porno è il ritorno dei Finley al pop punk, insieme a Naska
Ultimi a salire sul carro del revival pop punk all’italiana (e probabilmente i più “autorizzati” a farlo), i Finley tornano con nuova musica dopo quattro anni dall’ultimo singolo, re-inserendosi nel genere di cui sono stati massimi rappresentanti tra 2006 e 2008. Lo fanno insieme a una nuova leva dell’esercito pop punk, ovvero il giovane Naska, fresco del successo dell’album di debutto Rebel: un altro passaggio di testimone tra la vecchia e la nuova scena, che aveva visto La Sad remixare Wale dei Dari. La formula della canzone è la solita utilizzata da Naska: la ripresa di melodie di brani alternative (l’internet è venuto in soccorso nell’individuare in Saccharine Smile dei Donots un semi-plagio del riff iniziale), un sound fedele, riuscito e coinvolgente e un testo superficiale e osceno, che non risparmia l’immancabile riferimento al “ritorno dei blink”. Sembra quasi che il gruppo lombardo, alla soglia dei quarant’anni – sorvoliamo su quanto appaiano imbarazzanti certe frasi messe in bocca a Pedro –, abbia dovuto farsi reinsegnare come si fa pop punk per la gen Z. Chissà chi ci guadagnerà di più da questa collaborazione: Naska che si fa investire dai padrini del pop punk italiano, oppure i Finley che cercano di tornare al successo quindici anni dopo con il beneplacito della nuova promessa. [SDL]
Il post-hardcore non noioso degli Acres in Nothing feat. Garrett dei Silent Planet
Ultimamente ci siamo divertiti a definire scherzosamente quello di band come Acres, Parting Gift, Holding Absence etc. un tipo di post-hardcore chiamato “post-hardcore noioso“, dove “noioso” non è tanto una critica negativa ma più una descrizione del tipo di sonorità ricercate da queste band. Ci pensano proprio gli Acres a smentire in parte la nostra definizione, presentando un brano sempre post-hardcore, ma stavolta non noioso: questa Nothing, che vede anche la partecipazione di Garrett Russell dei Silent Planet. E forse è proprio il featuring a rendere non-noioso il post-hardcore di Nothing, perché arricchisce e appesantisce il brano con scream belli pesanti; ma a ben ascoltare sono anche i riff di chitarra a essere più sù di giri e melodici rispetto al solito, e pure il ritornello è maggiormente accattivante. Insomma, si tratta di una canzone che potremmo definire con qualsiasi aggettivo tranne che con “noiosa”. Forse vorremmo più canzoni così sul nuovo disco Burning Throne (fuori il 3 marzo)? [AM]
Damn Personal ci ricorda tutte le ragioni per cui amiamo Dave Hause
Se il mese scorso avevamo accolto l’annuncio del nuovo album di Dave Hause (Drive It Like It’s Stolen, fuori il 28 aprile) un po’ freddamente con il singolo Hazard Lights, l’artista di Philadelphia ci fa ricredere alla grande con il nuovo singolo Damn Personal -e sotto sotto possiamo dire che non avevamo dubbi. Il nuovo brano è scritto in memoria di un amico di Dave che non c’è più, e l’elaborazione del lutto ha ancora una volta dato origine a un gran pezzo, veloce e quasi frenetico, in pieno stile Dave Hause con il punk rock mischiato all’Americana (il comunicato stampa parla di “blue-collar belter” -un pezzone da colletti blu, un brano da classe operaia- descrivendo la canzone). “I hope you’re drunk / I hope you’re high / I hope you’re every little thing that I can’t be tonight / […] / I hope you know I’m thinking of you and I love you ‘cause you took it just a little too far”, canta Dave Hause nel ritornello del brano, e a noi ricorda tutte le ragioni per cui amiamo il “Bruce Springsteen del punk rock”. [AM]
Diamo un’occhiata anche ai concerti più interessanti annunciati in settimana!
I Beartooth faranno una capatina alla bellissima Festa di Radio Onda d’Urto
La collaborazione fra Hellfire Booking Agency e la Festa di Radio Onda d’Urto prosegue anche quest’anno, e alla grande: uno dei primi nomi annunciati per l’evento simbolo dell’estate bresciana, sono i Beartooth, che lo scorso anno facevano furore sul palco dell’In.Fest al Magnolia, e il 13 agosto scateneranno l’inferno nella festosa e gioviale atmosfera della Festa. Già appuntamento da non perdere, in attesa di sapere gli altri nomi in lineup.
Imperial Triumphant allo Slaughter Club
Unica data italiana il 3 maggio per “i nuovi vertici dell’avantgarde e dell’experimental black” con “il loro estremo turbine fusion di dissonanze sonore e distorsioni formali”. Se non avete capito, vi conviene andare direttamente a dare un’occhiata allo Slaughter Club di Paderno Dugnano (MI) per rendervi bene conto della situazione.
I Like Allie in tour per l’Italia
Gli I Like Allie continuano a portare in giro per il nostro Paese il loro ultimo disco Rare Instances of Independent Thinking, e a questo giro annunciano ben quattro date tra Bergamo, Milano, Fabriano (AN) e Fosso Sejore (PU). Qui sotto tutti i dettagli!
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