Copertina di Emotaku dei Sunrise Skater Kids

New Music Friday: Sunrise Skater Kids

DI SIMONE DE LORENZI

Per Jarrod Alonge il pop punk (non) è una cosa seria

Nell’era d’oro del (primo) revival pop punk, alla metà del decennio scorso, circolava su YouTube il nome di Jarrod Alonge, un comico che giocava con gli stereotipi dei generi musicali della scena alternative. E per “giocare” intendeva creare vere e proprie canzoni che ricalcassero le caratteristiche principali di emo, pop punk, metalcore e compagnia bella (un po’ come da noi fanno i Nanowar of Steel con il metal, per intenderci). La cosa è che lo fa talmente bene che non puoi non prenderlo sul serio, anche se basterebbe prestare attenzione ai testi per rendersi conto dell’intento parodico.

I Sunrise Skater Kids sono la band fittizia a cui Jarrod ha delegato il compito di rappresentare i tormenti e le ossessioni dei pop punk kids nell’era tumblr, con le camicie di flanella a quadri e il cappellino da baseball al contrario. Vedono la luce nel 2015 all’interno del disco Beating a Dead Horseinsieme ad alter ego come Canadian Softball o Amidst the Grave’s Demons, deputati a parodizzare rispettivamente Midwest emo e metal; ma ce ne sono molti altri – e partoriscono capolavori come Pop Punk Pizza Party (I’ll have my best friend in the front seat and my pizza in the back) e Take It Easycore (Friendship, friendship, friendship, friendship). L’anno successivo arriva Friendville, il primo disco come Sunrise Skater Kids, contenente tra gli altri il fortunato medley di pseudo-cover All the Old Things.

Negli anni, anche complice il declino del genere, il progetto si è un po’ perso – di recente è stato soppiantato a livello di popolarità da Matt Cutshall (aka Emo’s Not Dead), un altro personaggio che fa musica alternativa per finta in modo serio –, ma mai spento. Ora su YouTube lo trovate sotto il nome di Boketo Media e capita che ogni tanto si inventi qualcosa di nuovo.

Emotaku, ovvero Pop Punk Goes Anime

Arriviamo dunque al novembre di quest’anno, quando Jarrod Alonge dà vita a Emotaku, un EP contenente classici del pop punk e dell’emo reinterpretati in chiave anime, naturalmente a firma Sunrise Skater Kids. Rispondiamo subito a due interrogativi: sì, canta davvero in giapponese (non lui in persona ma il vocalist Clay Agnew) e sì, il pop punk in giapponese spacca. Ve lo ricordate il featuring di Ben Barlow su questa canzone dei nipponici Alternative Medicine?; d’altronde la terra asiatica è sempre stata entusiasta nell’accogliere pop punk e affini.

Ovviamente questo connubio tra anime e pop punk non nasce a caso. Era qualcosa che su internet aveva iniziato a girare abbastanza spesso: molti si sono resi conto che il pop punk era il genere perfetto per rendere il senso di avventura delle intro negli anime giapponesi; e se n’è accorto anche Jarrod, re dell’internet e dei meme.

Emotaku inizia con quello che è considerato l’esempio per eccellenza di questa tendenza, ovvero Dear Maria, Count Me In degli All Time Low. Seguono Misery Business dei Paramore, Face Down dei The Red Jumpsuit Apparatus, I’m Not Okay dei My Chemical Romance e Ocean Avenue degli Yellowcard; la scaletta ovviamente poteva essere completamente diversa, ma il senso e il risultato dell’operazione non sarebbe cambiato. Il giapponese non lo so, ma sono abbastanza sicuro che le parole non siano inventate, anche se probabilmente non si tratterà di una vera e propria traduzione.

Di queste canzoni poi presenta una versione “Anime Opening”, delle quali è appunto una riduzione pensata per adattarsi alla lunghezza di un’ipotetica apertura di episodio; la struttura bene o male segue lo schema prima strofa-ritornello-bridge-outro, saltando la parte centrale dei brani. Per un occidentale, specie se non avvezzo a questa sottocultura, l’esperimento può apparire comico o quantomeno divertente, e certamente Jarrod non vuole essere preso sul serio; eppure dovremmo, perché funziona alla grande, anche molto meglio di certe band “serie” che si trovano in giro.

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