Panic! At the Disco: Local God è la nuova canzone, e tutte le news della settimana
Local God è la nuova e freschissima canzone dei Panic! At the Disco
A pochissimi giorni dall’uscita del nuovo album dei Panic At the Disco, Viva Las Vegeance (19 agosto su Fueled by Ramen) ecco il nuovo singolo Local God. Terzo singolo dopo Viva Las Vengeance e Middle Of a Breakup. Lo stile rimane molto scoppiettante e glitterato e sembra quasi ricordare High Hopes o Hey Look Ma, I Made It. Infatti vediamo l’artista guardare al passato e stupirsi di come ancora continui a fare musica: ‘It’s 2021 and I’m almost famous / You never really cared about that‘. Volendo vivere in questa eterna estate da Local God, vedremo se l’album dei Panic At the Disco sarà all’altezza dell’attesa. [MCC]
Tanto autotune sul nuovo singolo dei Turnover, Myself in the Way
Autotune pesante e Turnover. Un’accoppiata che non ha apparentemente nulla in comune e che uno, a rigor di logica, dovrebbe giudicare impossibile -o quantomeno improbabile. E invece il nuovo singolo della band virginiana, Myself in the Way, vede Austin Getz alle prese con bizzarri effetti e distorsioni vocali, che a tratti fanno quasi ridere come nelle strofe, e che indubbiamente aggiungono poco a una canzone che in sé sarebbe molto gradevole, seppur non certo diversa da tutto quello che i Turnover hanno fatto negli ultimi cinque anni. Sul finale c’è anche un feat. molto importante, ovvero quello con Brendan Yates dei Turnstile, a cui è affidata la parte conclusiva della canzone che è però una lunghissima coda francamente evitabile, dato che il pezzo poteva con soddisfazione (si fa per dire) chiudersi almeno un minuto e mezzo prima. Il nuovo album dei Turnover, Myself in the Way, uscirà il 4 novembre per Run for Cover Records. [AM]
The Wonder Years in gran spolvero su Low Tide
I The Wonder Years sin qua non ci avevano convinto appieno con i singoli tratti dal prossimo album The Hum Goes On Forever (Hopeless Records, 23 settembre), come Oldest Daughter, Wyatt’s Song e Summer Clothes. La musica cambia decisamente con il quarto singolo, questa Low Tide che è un throwback eccezionale alle sonorità di The Greatest Generation, e ha almeno due elementi che ce la fanno apprezzare molto: il ritornello trascinante e tutto sommato immediato (“I’m growing out my hair, ‘cause who gives a shit”) molto The Wonder Years, e poi quel riff di chitarra sul finale, ad accompagnare un’outro che catapulta per qualche manciata di secondi il brano nell’emo/post-hardcore di metà anni 2000. Bella combo, proprio quello che ci serviva per tornare ad avere fiducia in quest’album. [AM]
Gli Holding Absence provano nuove sonorità in Coffin
A una settimana dall’EP split con gli Alpha Wolf The Lost & The Longing (in uscita il 15 agosto) gli Holding Absence pubblicano Coffin, svelando ormai tre quarti dell’album dal momento che a giugno erano stati pubblicati i singoli Aching Longing e Hotel Underground – il primo in featuring con la band australiana, il secondo proprio dei compagni di disco. Tralasciando i dubbi su quest’operazione e concentrandoci sulla musica, troviamo un pianoforte che introduce alla canzone con toni inauditamente soft, che poi si ravvivano fino a tornare su strade più pesanti già percorse in precedenza dal gruppo, che le sa sfruttare molto bene. Per il cantante il brano parla di “trovare speranza in posti inaspettati”; un buon pezzo è invece ciò che i fan degli Holding Absence sperano di trovare nell’ultimo singolo dell’EP, 60cm of Steel, in cui sarà la band gallese a comparire come featuring. [SDL]
L’emo pop dei 2000s con Make It Happen dei The Early November
La nuova canzone dei The Early November si intitola Make It Happen ed è stata scritta nel 2002. No, nessun refuso: il pezzo è davvero nato vent’anni fa – durante il Warped Tour (lacrimuccia) – e all’emo pop anni 2000 si rifà vistosamente ma senza snaturarsi, ottenendo un risultato molto apprezzabile. Non per niente il prossimo 14 ottobre uscirà per Pure Noise Records l’album Twenty, celebrazione dei vent’anni della band contenente canzoni nuove ma anche brani scritti negli anni passati e mai pubblicati. Insomma, sale la nostalgia e anche la voglia di sentire cos’ha ancora da regalare la band statunitense. [SDL]
Seconda canzone per la reunion degli Armor for Sleep: ecco Whatever, Who Cares
Se gli Armor for Sleep ci avevano fatto una graditissima sorpresa con il loro brano How Far Apart, che lanciava il primo disco in quindici anni (The Rain Museum, 9 settembre su Equal Vision/Rude Records), la band raddoppia ora con un secondo singolo intitolato Whatever, Who Cares. Anche se non ha la stessa carica del precedente pezzo, anche questo è un brano pienamente in stile emo, non lontano dai sound a cui gli Armor for Sleep ci hanno abituati nel primo decennio del nostro secolo. Le strofe sono un po’ sgonfie, ma il ritornello è sufficientemente melodico e accattivante da compensare per questa mancanza. [AM]
Lutto e musica si uniscono in Whispers of Your Death dei Counterparts
I Counterparts, a due mesi dalla pubblicazione di Unwavering Vow, tornano con Whispers of Your Death che sarà presente nel nuovo album A Eulogy for Those Still Here in uscita il 7 ottobre per Pure Noise Records. Nel vero stile della band non mancano riff potenti e i breakdown sparsi nella canzone. Unendo il tutto a un testo molto toccante e commovente in onore di Kuma, il gatto del cantante Brendan Murphy, venuto a mancare a causa delle complicanze di un’infezione parassitaria. Lo strumentale a tratti sembra più delicato e leggero, quasi per alleviare un po’ la pesantezza generale del testo: ‘Sacrifice myself to secure your safety. I choked on the taste of tears until both of my eyes ran dry.’ [MCC]
I Counterparts saranno in Italia il 18 ottobre in apertura allo show dei The Amity Affliction al Magnolia di Milano! (info evento)
Bread & Roses è il nuovo singolo degli Stray from the Path feat. Jesse Barnett
Gli Stray from the Path tornano con Bread & Roses e il featuring con il cantante degli Stick to Your Guns, Jesse Barnett. Terzo singolo dopo Guillotine e III che anticipa il disco Euthanasia (9 settembre per UNFD). Rimanendo sempre su temi di protesta e ribellione, la canzone inizia con un puro strumentale di quasi un minuto, e non ci sono delle vere e proprie novità. Aggiungo inoltre che le voci dei due cantanti sembrano troppo distanti: Jesse crea un’atmosfera calma e ipnotica (forse anche troppo) che non è ben supportata dalla carica di Andrew Dijorio, creando una dicotomia che non riesce ad amalgamarsi nella canzone. [MCC]
Laugh. Cry. Smile. Die. con Shane Told anticipa il nuovo album degli Anti-Flag
Gli Anti-Flag sono noti per il loro impegno politico e sociale: attivi da decenni, nel tempo il loro spirito di denuncia tiene il passo con i cambiamenti in atto nella società e a finire nel mirino delle critiche della nuova Laugh. Cry. Smile. Die. ora è il cambiamento climatico e il greenwashing delle aziende interessate al profitto. La canzone, che vede l’intervento di Shane Told dei Silverstein, non si discosta dallo stile che già conosciamo della band statunitense. Siamo curiosi però di vedere gli altri ospiti con cui collaborerà per l’album Lies They Tell Our Children, in uscita il 6 gennaio 2023 per Spinefarm Records: ben 7 tracce su 11 infatti saranno featuring. Ricordiamo che gli Anti-Flag saranno gli headliner dell’ultima giornata del Bay Fest a Bellaria Igea Marina (RI), il prossimo 14 agosto! [SDL]
Oltre alla nuova canzone dei Panic At the Disco Local God, potete leggere tutte le nostre news a questo indirizzo!
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