Paramore

Paramore: This Is Why è la nuova canzone, e tutte le news

This Is Why decreta l’attesissimo ritorno dei Paramore

Cinque anni e mezzo: tanti ne sono passati da quando i Paramore avevano pubblicato -era il maggio 2017- il loro ultimo album After Laughter. Avevano portato il disco in tour per un annetto, dopodiché la band era entrata in modalità congelatore, con Hayley Williams che ha scritto e pubblicato il suo primo disco da solista, Zac Farro che ha portato avanti il suo progetto Halfnoise e Taylor York che è come sempre rimasto lontano dalla luce dei riflettori –anche se molto vicino a Hayley: giusto un paio di giorni fa i due hanno confermato ufficialmente di essere in una relazione, sciogliendo così un dubbio che durava da almeno due anni. La nuova canzone dei Paramore dopo questo lungo periodo di assenza si chiama This Is Why, e non arriva a sorpresa: da tempo si sa infatti che la band ha già scritto, registrato e completato un nuovo disco, che uscirà il 10 febbraio e avrà lo stesso nome di questa traccia. È un brano che a livello di sonorità parte dal punto in cui avevamo lasciato i Paramore con After Laughter, e smorza ulteriormente i toni più pop brillantinato in favore di un sound funky e ballabile. È solo una delle canzoni che troveremo sul disco, per cui non possiamo sapere quanto sia indicativa dell’intera direzione che la band ha preso, ed è probabilmente troppo presto per esprimere un giudizio sul brano in sé fuori dal contesto dell’album, comunque si tratta senza dubbio di un pezzo accattivante e molto ascoltabile; forse dal minor potenziale radiofonico rispetto a una Hard Times che era stato il singolo di lancio del disco precedente. [AM]

I The Maine vanno in acustico su Box in a Heart con renforshort

Mesi fa i The Maine ci avevano deliziato con Loved You a Little insieme a Charlotte Sands. Decidono ora di proporre una nuova collaborazione femminile e altrettanto (se non più) sconosciuta: è il caso di renforshort, nome d’arte di Lauren Isenberg, cantautrice canadese classe 2002. Per Box in a Heart hanno pensato a una canzone acustica e difficilmente i The Maine unplugged sbagliano. Il singolo infatti è, come da previsioni, azzeccato; parla di salute mentale, tema caro alla band, tra una chitarra e un pianoforte che introducono al clima autunnale di questo inizio ottobre. Renforshort si comporta bene, anche se viene da pensare che una volta sentita la voce di John O’Callaghan uno vuole godersela per tutta la durata del brano; specialmente perché avere pubblicato due featuring simili di seguito a tratti dà l’impressione di una Charlotte Sands parte 2 – ovviamente adattata al tono della canzone, ovvero più leggera e delicata. [SDL]

Monster è la nuova canzone dei Beauty School

I Beauty School sono una band di Slam Dunk Records; e se ve lo steste chiedendo, sì, lo Slam Dunk ha anche un’etichetta oltre a essere un festival bellissimo. La band non poteva che rientrare nel genere emo/pop punk della cui scena il festival è il principale evento annuale per tutti i fan europei. In particolare il suo nuovo singolo Monster ricorda molto band come Hot Mulligan, Free Throw, Tiny Moving Parts e tutti quei gruppi che hanno le chitarrine piru-piru unite a vocals con quel pizzico di angst che ci piace tanto. Per noi una bellissima scoperta. [AM]

I matti Humour al nuovo singolo Pure Misery

Gli Humour vengono dalla Scozia (e si sente dall’accento del cantante Andreas Christodoulidis) e fanno musica che potremmo definire come un incrocio fra le tendenze post-punk in voga al momento nello UK e l’indie rock sempre di matrice britannica. Il 25 novembre su So Young Records uscirà l’EP d’esordio Pure Misery, che prende il nome da questo singolo completamente fuori di testa, sia nel sound che nel video. Per il video potete vedere da voi, con Christodoulidis che appare a mezzobusto da terra, da un buco nel marciapiede o dal tettuccio di un camper; fanno il paio i suoi vocals mattoidi, che fanno quasi pensare a una persona uscita di senno che prova ad avere un monologo con sé stesso dopo un evento che ha scosso la sua psiche. Non proprio facile da mandar giù, ma di certo un esperimento pazzo e curioso. [AM]

Like I’m Okay riporta al pop punk classico dei Dance! No Thanks

I Dance! No Thanks ci ricordano che la scena pop punk italiana, al di là e oltre le contaminazioni del recente revival, è ancora viva. Dopo un biennio magro di uscite, nel 2021 avevano pubblicato i singoli Run Away e Sunset, mentre adesso ci regalano la nuova Like I’m Okay. La canzone non si discosta da quello che andava negli anni d’oro del panorama pop punk: un sound ancora generic e tendente all’easycore e il cantato rigorosamente in inglese. Attendiamo progetti sulla lunga distanza: il loro ultimo EP Bright Lights, che tra gli altri brani contiene anche un featuring con Bert Poncet dei Chunk! No, Captain Chunk!, è del 2018. [SDL]

Neanche un’ora sveglio è la nuova canzone degli Elephant Brain

A maggio i perugini Elephant Brain erano tornati sulle scene con Anche questa è insicurezza, mostrando di non avere perso lo smalto dopo l’uscita del primo album in studio. Ora è il momento di andare verso il secondo LP con il nuovo singolo Neanche un’ora sveglio; che non è un invito all’intorpidimento, al contrario: il tono del brano – verrebbe da dire epico, ma di un’epica del quotidiano – esprime l’urgenza di ciò che hanno da dire e l’insistita ripetizione del ritornello non scade a semplice catchphrase: “Se il giorno è solo un’altra notte senza te non passerò neanche un’ora sveglio”. Se in giro ci fosse più musica così, non passeremmo neanche un’ora addormentati. [SDL]

Red Eye è il nuovo video degli Attack the Sun

Qualche mese fa gli italiani Attack the Sun hanno pubblicato il loro EP Golden House, al cui interno compariva anche questa traccia chiamata Red Eye da cui ora è stato tratto un video ufficiale -in parte anche per anticipare lo show che la band terrà alla prossima serata Emo Sucks (venerdì 7 ottobre al Rock’n’Roll di Milano). Il brano è un pezzo alternative rock un po’ all’inglese sullo stile di band come gli You Me at Six o i Biffy Clyro, anche se le strofe sono semirappate con piglio quasi nu metal; spicca il forte accento italiano del cantante, che per tono di voce e modo di cantare sembra fare un pochino il verso a Damiano dei Maneskin. L’alternative rock di questo tipo, va detto, negli ultimi dieci anni è stato parecchio inflazionato, per cui una sua riproposizione in chiave italica non suscita troppi entusiasmi, ma quel che di positivo si può portare a casa dal pezzo è una produzione molto pulita ed energica che esalta quel po’ di energia emanata dalla canzone. [AM]


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