the-loneliest-place-ive-ever-been-have-mercy-album-recensione

the loneliest place i’ve ever been by Have Mercy – Recensione

di Sara Giorgio

Pubblicato lo scorso 29 agosto per Rude Records, the loneliest place i’ve ever been è l’attesissimo sesto album degli Have Mercy, band indie rock del Maryland.

Prodotto dal cantante Brian Swindle, the loneliest place i’ve ever been è dedicato agli amanti dell’alt-rock ad alto carico emotivo. Guidato infatti dal caratteristico mix di vulnerabilità e melodie intense che contraddistingue gli Have Mercy, questo nuovo disco è una raccolta di brani da ascoltare quando la notte sembra troppo silenziosa per confortarci il sonno.

L’album si apre con only, if only, una lenta introduzione che dà tono a ciò che viene dopo: un riconoscimento del rimpianto condito da un barlume di speranza. Da qui emerge come fulcro emotivo del disco il singolo august 17, dove chitarre svettanti e voci struggenti portano il peso delle parole non dette.
Una meditazione sul dolore del lutto e su come quest’ultimo si attenui col tempo senza mai scomparire del tutto.

Poco più avanti, in my veins pulsa con intensità, sorretta da una batteria martellante e da una performance vocale interpretata come se stesse barcollando sull’orlo del collasso. Segue old selfish me, che lotta con la consapevolezza di sé, mentre this could be gold fa capolino offrendo uno dei rari momenti di luce dell’album. Una riflessione quasi ottimistica che sembra intiepidire i suoni freddi del brano.

tv glows spacca a metà the loneliest place i’ve ever been, distinguendosi come un pezzo nostalgico e allo stesso tempo doloroso, con sonorità alt-rock anni ’90 ma condito da elementi pop-punk di matrice emo.

La seconda metà dell’album accentua l’attenzione su identità e guarigione: in faking a crush si controbilanciano un umorismo agrodolce e una brutale onestà. what happy is, invece, valorizza il pianoforte, osservando con serietà il divario tra la felicità idealizzata e ciò che realmente ci ritroviamo a provare nel quotidiano.

Si arriva dunque tristi ma consapevoli alla traccia di chiusura di the loneliest place i’ve ever been, medicine. Quest’ultima non lega il tutto in modo netto, è frastagliata e irrisolta. Tuttavia, riesce a donarci conforto nella sua ambiguità.

TRACKLIST DI the loneliest place i’ve ever been – HAVE MERCY

  1. only, if only
  2. august 17
  3. little pieces
  4. in my veins
  5. old selfish me
  6. tv glows
  7. this could be gold
  8. faking a crush
  9. what happy is
  10. medicine

Etichetta discografica:
Rude Records (acquista il disco)

Post a Comment