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Itami by Cara Calma – Recensione

di Sara Giorgio

Inizia un nuovo capitolo musicale per i Cara Calma, che a tre anni da Gossip! tornano con il nuovo album Itami, uscito lo scorso 21 marzo per Piuma Dischi e distribuito da The Orchid.
Anticipato dai singoli Male Cane, Brescia Inferno e Fare Schifo – che ci hanno accompagnatə lungo il 2024 in attesa dell’uscita del pacchetto completo – Itami è il quarto disco della band.

L’album prende il nome dal termine giapponese che esprime il concetto di dolore fisico, emotivo e psicologico che spesso ci porta all’autosabotaggio e all’autodistruzione, consumandoci lentamente dall’interno. Nel caso di Itami però il dolore viene raccontato non come una condanna, ma – se affrontato e compreso – come un trampolino di lancio verso una trasformazione personale, in grado di migliorare il legame con sé stessi e con gli altri.

In fondo, non sono forse le cicatrici che portiamo a ricordarci chi siamo e da dove veniamo, anche quando pensiamo di volerle coprire per sempre?

A caratterizzare l’opera sono i testi taglienti e le sonorità rock tipiche della band bresciana, influenzate però dal panorama pop-punk contemporaneo in cui i Cara Calma cominciano sempre più ad ambientarsi.

L’album si apre con l’ultimo singolo pubblicato Anime e Ket4mina, che spiana la strada ai suoni videoludici – in pieno stile LosT dei Bring Me The Horizon – di Niente di Che.

Ma è con il testo di Paradiso che viene introdotta la vena malinconica, che in seguito si riversa nelle melodie più dolci di Dammi da Bere, per poi esplodere in rabbia nelle chitarre graffianti e nel ritmo incalzante di Panico.

In chiusura Brescia Inferno ci accompagna a fare un giro tra le strade della città natale di Riccardo, Cesare e Fabiano, per poi rinchiuderci tra le mura stagnanti della stanza di S.O.S.
È infatti quest’ultima danza sofferta a condurci verso la tappa finale del viaggio e culla del dolore di cui l’album è intriso, dove verrà finalmente consumato, affrontato e compreso.

“Itami è la somma di tutto, ma spogliata di ogni filtro.”

Abbiamo chiesto ai Cara Calma di aiutarci a sviscerare più in profondità cosa stia dietro alla pubblicazione del loro ultimo full length. Ciò che ne è uscito è un racconto fitto di dettagli interessanti utili all’interpretazione dell’opera in tutti i suoi aspetti.

L’introduzione alla vostra nuova creatura Itami è iniziata ormai più di un anno fa con l’uscita di Male Cane. Qual è, a livello narrativo, il messaggio che sta dietro alla scelta dei singoli che si sono susseguiti fino all’uscita dell’album completo?

“Quando poco più di un anno fa abbiamo scelto Male Cane come primo singolo avevamo scritto solo una manciata di brani e non sapevamo ancora quando o se sarebbe uscito un disco. Il filo conduttore l’abbiamo trovato in maniera molto spontanea lungo il percorso di scrittura dei brani successivi. La scelta è stata dettata non prettamente da regole di mercato (per quanto si possano applicare sulla nostra musica), ma dalle sensazioni che ci facevano provare le varie tracce.”

Avete poi dedicato un pezzo alla città che vi ha visti nascere e crescere come individui e come band: in che modo Brescia fa da sfondo alla tematica del dolore che sta alla base di Itami?

“Brescia, come tutte le città di provincia, è un luogo che ti segna nel profondo. È un posto che ti dà un’identità, un’appartenenza, ma allo stesso tempo può diventare una gabbia. Crescere qui significa confrontarsi ogni giorno con un ambiente che è sia casa che prigione, con le sue dinamiche ristrette, le strade sempre uguali, i volti familiari che ti ricordano chi eri – prima ancora che tu possa capire chi vuoi essere.

Il dolore di Itami nasce anche da questo: dal senso di radicamento e smarrimento insieme, dalla voglia di scappare e dal bisogno di restare. Brescia è sullo sfondo perché è il luogo in cui siamo cresciuti e ci siamo formati, nel bene e nel male. Qui abbiamo trovato la musica come via di fuga, come atto di resistenza. La provincia ti fa spesso sentire fuori posto, eppure ci ritorni sempre, in qualche modo.”

Qual è il filo conduttore che lega Itami ai vostri lavori precedenti SPPSG, Souvenir e GOSSIP!?

“Il filo conduttore è la nostra identità, il modo di vedere e raccontare il mondo attraverso la nostra musica, che con il passare degli anni è forse mutata nella forma ma mai nella sostanza. Ogni disco è stato un tassello di un percorso naturale (o, se vogliamo, inevitabile) di crescita, sia artistica che personale.

Se SPPSG era la rabbia grezza e istintiva di chi ha appena trovato la propria voce e vuole urlare al mondo di esistere, Souvenir ha rappresentato la nostalgia, il guardarsi indietro e capire cosa si è lasciato per strada, mentre GOSSIP! ha esplorato il lato più riflessivo e disilluso delle relazioni e della società.

Itami è, in un certo senso, la somma di tutto questo, ma spogliata di ogni filtro. È il disco più diretto e doloroso che abbiamo scritto, quello in cui siamo andati più a fondo dentro di noi. Il dolore è sempre stato presente nella nostra musica, ma qui diventa il protagonista, non più nascosto tra le righe ma dichiarato apertamente.”

Quali sono i brani che più vi hanno emotivamente coinvolto nella scrittura, anche in funzione della riuscita dell’intento comunicativo – sia strumentale che narrativo – dell’opera? E perché? 

“Si vuole bene al disco, ovviamente. Itami è un viaggio in cui ogni brano ha il suo ruolo e il suo peso emotivo, e toglierne anche solo uno significherebbe snaturare l’intera opera. Detto questo, è inevitabile che ciascuno di noi sia più legato a qualche pezzo in particolare; per motivi personali, per il processo creativo che ci ha coinvolto di più o semplicemente per il modo in cui certe parole o certe sonorità ci risuonano dentro.

Alcuni brani ci hanno messo più alla prova, perché raccontavano qualcosa di doloroso o perché volevamo trovare il modo perfetto per trasmettere un’emozione precisa. Altri sono nati di getto, come se fossero sempre stati lì ad aspettare di essere suonati. Ci sono pezzi che ci hanno sorpreso in fase di arrangiamento, che hanno preso una forma inaspettata e ci hanno fatto capire qualcosa di nuovo su noi stessi e sulla direzione che volevamo prendere.

Alla fine, il cuore pulsante del disco sta proprio qui: nel modo in cui ogni traccia ha lasciato un segno dentro di noi, prima ancora che negli altri. Ed è questo che rende Itami il nostro lavoro più vero e necessario fino a oggi.”

TRACKLIST DI ITAMI – CARA CALMA

  1. Anime e Ket4mina
  2. Niente di Che
  3. Fare Schifo
  4. Male Cane
  5. Paradiso
  6. Dammi da Bere
  7. Panico
  8. Venerdì
  9. Brescia Inferno
  10. S.O.S.

Etichetta discografica:
Piuma Dischi (acquista il disco)

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