Fuori dall'indie,

Fuori dall’indie #3

a cura di Giulia Perna

Eccoci a un nuovo appuntamento con Fuori dall’indie, rubrica che nasce con l’esplicito intento di parlare di artisti -emergenti e non- e di canzoni che emozionano andando oltre i generi e gli schemi che spesso ci vengono imposti o ci imponiamo da soli.

Gli artisti di cui parleremo: Motta, Blumosso, Federico Fabi, Davide Amati, Nervi, Rachele Bastreghi e Vasco Brondi. Sei singoli e un album d’esordio, i sette artisti più interessanti delle ultime settimane!

Motta – E poi finisco per amarti (singolo)

Eravamo indecisi se inserire o meno in quest’articolo un nome come Motta con E poi finisco per amarti, perché lui gioca proprio un altro campionato. La canzone segna un ritorno sulla scena dopo anni in cui si è dedicato alla stesura del suo nuovo album, coinvolgendo musicisti da ogni parte del mondo. Il sound è di respiro internazionale, incalzante, pronto a tenere l’ascoltatore incollato al pezzo per tutta la sua durata. Il brano porta la firma anche di Pacifico e si sente, forse la canzone d’amore più bella degli ultimi tempi, una dichiarazione a cuore aperto, un’ammissione di fragilità all’altro.

Blumosso – Nordest (singolo)

Blumosso è una sicurezza: a ogni sua uscita artistica non delude l’ascoltatore ma anzi conferma la sua scrittura potentissima e il suo sound inconfondibile. L’artista parla d’amore, come spesso ha fatto nei suoi brani, ma senza mai risultare stucchevole o banale. Ascoltando questa canzone a occhi chiusi, ci ritroviamo in una casa sulla spiaggia, e se ci concentriamo bene riusciamo anche a sentire questo vento che arriva da nordest e il mare a fare da sottofondo. Questo brano farà parte di una triade di brani che racconteranno il sentimento più forte del mondo, declinato nelle sue varie sfaccettature. Non vediamo l’ora di ascoltare quello che verrà.

Federico Fabi – Il raffreddore è bello perché me l’hai attaccato tu (singolo)

Una fotografia dolce e sincera dell’amore quotidiano, quello che ti spinge a dire delle frasi in apparenza sciocche che poi ti appunti e diventano canzone. Questa è la storia di una canzone che Federico Fabi ha scritto immortalando un momento di vita privata. Il cantautore romano si è conquistato anche la copertina di Scuola indie, ma non è per questo che merita di essere in questa lista. Non essendo fan delle vanity metrics, abbiamo preferito ascoltare liberi da condizionamenti mentali e il risultato è che Federico Fabi ha credibilità; siamo sicuri che avrà una strada bellissima davanti a sé.

Davide Amati – Lenzuola (singolo)

Un inno alle paranoie, Davide Amati ha scritto questa canzone durante un anno di stallo, quando costretto a dover ripetere la quinta di liceo, le giornate sembravano infinite e forse chiedevano solo un po’ di coraggio. Anni dopo, questa canzone, nata chitarra e voce, è diventata manifesto di un pop che ci piace e che speriamo trovi sempre più spazio.

Nervi – Un tipo timido (album d’esordio)

L’artista stesso definisce il suo progetto tragic pop, un modo nevrotico di fare pop, che sicuramente risente dei retaggi dei suoi progetti precedenti di matrice rock underground. Otto tracce che spaziano tra generi diversi ma che si mescolano dando un risultato molto più che convincente, probabilmente una delle cose che si sono più distinte negli ultimi mesi. Non è questa la sede per scendere nel dettaglio di ogni traccia ma la nostra preferita è senza dubbio Oggi lo faccio, la traccia forse “più tranquilla”, chitarra e voce, pulita e sincera. Tra melodie oniriche, chitarre arrabbiate e guizzi di malinconia, il consiglio è quello di un ascolto non superficiale, per cogliere le sfaccettature e convincervi della potenza artistica di Nervi.

Rachele Bastreghi (feat. Silvia Calderoni) – Penelope (singolo)

La canzone figlia di un electropop che non stanca mai è il primo tassello di un progetto che vedrà l’uscita dell’album prevista per fine aprile. Tutti noi sappiamo bene chi è Rachele e il mondo musicale da cui proviene; sicuramente per lei non è facile distaccarsi da un certo immaginario (ammesso che voglia farlo). L’intento più veritiero sembra quello di rimanere fedele a sé stessa ma raccontare un suo mondo psichedelico, notturno, graffiante. Il brano è poi impreziosito da uno spoken di Silvia Calderoni, attrice di cinema e teatro, performer e danzatrice. Tanta curiosità di ascoltare il prosieguo di questo viaggio.

Vasco Brondi – Chitarra nera (singolo)

Vasco Brondi sarebbe fuori ogni gara, ha scritto un testo e l’ha chiamato canzone, con tutte le conseguenze che sapeva ne sarebbero derivate. Non ci aspettavamo un colpo basso del genere, eppure Vasco ancora una volta ha colpito dritto al cuore. La sua voce è la parte che conferisce emozione a ogni suono; potrebbe leggere qualsiasi cosa e il risultato sarebbe comunque sorprendente. Vediamo dove ci porterà con l’uscita del disco.


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Oltre a questa puntata con Motta E poi finisco per amarti, Vasco Brondi, Rachele Bastreghi e gli altri protagonisti, potete leggere i precedenti episodi di Fuori dall’indie a questo link.

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