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I Seaway ci mancano tantissimo e non riusciamo a farcene una ragione

DI MARTINA PEDRETTI

Dei begli anni andati ci mancano davvero tante cose: i risvoltini, i jeans skinny, il tornare a casa dai concerti senza mal di schiena, la scena, la sensazione di libertà senza le incombenze della vita da adulti, e soprattutto i Seaway.

Chi è cresciuto con la new wave pop punk, facendosi accompagnare nei viaggi a scuola in bus da Neck Deep, The Story So Far, State Champs e Real Friends, è sicuramente incappato in un evento canonico: la presabbene dei Seaway.

I Seaway erano (e poi spiegheremo perché parlare al passato è difficile e forse sbagliato) la band più fresca del panorama, amata da grandi e piccini per la sua capacità di travolgere e coinvolgere chiunque.

Tutto è iniziato con Sabrina The Teenage B*tch, proseguendo con Hoser e l’EP All in My Head e raggiungendo le vette con Colour Blind, per poi rimanere in paradiso con Vacation e percependo l’inevitabile fine con Big Vibe.

Ciò che rendeva unici i Seaway era un mood giocoso e spensierato, accompagnato da sonorità tipiche del pop punk di quegli anni, con un’accoppiata vincente di voci che si compensavano alla perfezione.

Colour Blind, che compie 10 anni quest’anno, era quel disco che includeva al suo interno ogni possibile emozione. Slam era l’inno perfetto, l’opener più azzeccata che potesse esserci. Airhead e Stubborn Love erano quei pezzi da strapparsi i capelli e rotolarsi a terra in una valle di lacrime, per poi risollevarsi e pogare con Best Mistake e Freak.

La loro capatina a La Tenda con i Knuckle Puck rimarrà negli annali della storia del pop punk in Italia. A quella data si è infatti arrivati a toccare delle vette che non avremo mai più raggiunto negli anni dopo. Condivisione, coesione, appartenenza: ecco cosa è stata quella serata del lontano aprile 2016.

Nonostante questo, vi stupirà scoprire che i Seaway sono venuti in Italia solo una volta. Molti di noi li hanno potuti vedere più e più volte in giro per l’Europa, e per questo saremo sempre molto grati. Però sì, come ogni band più piccola di questa scena, hanno faticato a tornare nel nostro paese, e questo ci ha sempre fatto stare male.

Soprattutto perché anche il disco successivo, Vacation, ha lasciato un segno indelebile nel cuore dei pop punk kids. Un album pieno di vibe pazzesche, con delle hit come London, Apartment e Lula on the Beach, e con la talented, brilliant, incredible, amazing, show stopping, spectacular, never the same, totally unique, completely not ever been done before Scatter My Ashes Along the Coast, Or Don’t con Caleb Shomo dei Beartooth.

Ma cosa è successo ai Seaway dopo questi album pazzeschi? Un po’ di cancel culture, qualche polemica di cui non voglio parlare, uno dei cantanti che molla la band, un album che passa in sordina per la pandemia, la vita… e i Seaway sono spariti dai radar.

Il loro ultimo concerto è stato in Canada Holiday Shaker nel 2021, ma dopo due anni di latitanza dai palchi. Ah giusto, hanno pubblicato una dimenticabile cover dei Descendents nel 2022.

In sordina la band ha smesso di postare sui social, e i membri hanno iniziato a condurre le loro normali vite. Come se nulla fosse stato.

Come quegli “amici” che smettono di rispondere ai messaggi e non vi danno quella closure di cui avete bisogno per andare avanti e capire cosa è successo al vostro rapporto. Quelli che vi lasciano lì a dire: “E ora? Che è successo? Cosa sta succedendo? Cosa succederà? È colpa mia?”.

I Seaway si sono sciolti? Sono in pausa? Torneranno come ormai stanno facendo tutte le band?

Lo speriamo tutti. Fortissimo. Soprattutto perché è il decennale di Colour Blind e non ci dispiacerebbe se tornassero con un tour dedicato.

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