Premiere: il beatdown made in USA dei Blair con il singolo Cry for Revenge
di Luca Cescon
La musica, come forma d’arte, vive di ritorni al passato e di slanci verso il futuro, talvolta unendo questi due lassi temporali in un tourbillon, se possibile, ancora più affascinante ed entusiasmante. Succede, ad esempio, quando si prendono come spunto mostri sacri del passato, andando – nel caso della musica stessa – a influenzarne il sound con ciò che la modernità vuole, desidera e merita. In questo senso, i romani Blair tornano a farci vedere ciò di cui sono capaci, e ciò di cui la Città Eterna necessita: una band giovane, fresca, senza troppi fronzoli ma con le aspettative di chi vuole fare, e fare bene.
Il loro è un metallic hardcore che rimanda a tante band del recentissimo passato – sfogliare ad esempio i cataloghi Closed Casket Activities, Flatspot Records e Triple B Records per farsi un’idea – ma che non disdegna affatto di tuffarsi in ciò che questo sottogenere è stato nell’ultimo ventennio. Cry for Revenge, titolo del primo singolo rilasciato con la nuova formazione, segna il ritorno della band capitolina all’interno della scena hardcore italiana, mostrando i denti in attesa di un’uscita discografica di debutto.
Abbiamo fatto qualche domanda ai Blair per parlare del brano e dell’EP. Ascolta qui sotto in esclusiva il nuovo singolo Cry for Revenge e leggi la nostra intervista!
Dopo alcuni cambi di formazione, siete finalmente pronti a farci sentire nuovo materiale e far circolare il nome Blair tra la Capitale e la scena hardcore nostrana. Come avete affrontato l’idea di rimettervi in gioco, ma soprattutto in che modo vi siete rapportati con il tornare in sala con nuovi componenti e le rispettive idee musicali?
Fino ad ora i Blair non hanno mai avuto una formazione stabile: nel nostro primo anno di attività live, la band è stata tale grazie all’aiuto di Icko (nxxse, Rouge) al basso. La necessità di cambio formazione si è palesata dopo l’impossibilità di gestire la band con il cantante fondatore Andrea, che nel frattempo si era già trasferito a Milano. Grazie alla partecipazione ai concerti hardcore della scena romana abbiamo conosciuto Giorgio e Fabio, rispettivamente il nuovo bassista e cantante. Ci siamo trovati subito in sintonia sia sul piano relazionale che su quello musicale; come già ci aspettavamo e speravamo, con i nuovi membri abbiamo ampliato i nostri orizzonti stilistici. Purtroppo, il ritorno in sala è inizialmente slittato perché la rinascita dei Blair è coincisa con l’inizio del lockdown.
Blair per molti rappresenta un nome nuovo, e non potrebbe essere il contrario: all’interno della scena hc romana siete tra le ultime band ad aver preso parte a un ringiovanimento musicale e umano che segna una certa continuità con tutto ciò che la Città Eterna ha sempre rappresentato per l’underground italiano. Al contrario, il vostro approccio musicale si basa sull’ascolto di band attualissime, come Judiciary, Inclination e Guilt Trip. Quanto può essere stimolante, ma al tempo stesso difficile, “ringiovanire” un sound che molti suppongono essere statico e senza variazioni stilistiche?
I Blair sono nati fin da subito con l’intento di distinguersi dai generi “in voga” a Roma per cercare di portare un tipo di hardcore più contemporaneo. Tutti noi siamo cresciuti all’interno della scena punk-hardcore e street punk che tanto apprezziamo, ma ci siamo voluti affacciare al nostro progetto rifacendoci a sonorità d’oltreoceano e più in generale a influenze più metalliche. Il nostro obiettivo non è certo quello di mirare a “ringiovanire” un sound, ma siamo spinti da un senso comune di voler metterci alla prova rispetto a delle situazioni poco conosciute nella nostra realtà.
Cry for Revenge è il titolo del vostro nuovo singolo, il primo con la nuova lineup. Raccontateci come lo avete preparato, di cosa tratta il suo testo e, soprattutto, cosa vi aspettate di ricevere (metaforicamente) in cambio dagli ascoltatori italiani – e, speriamo, esteri.
Sul piano strumentale, Cry for Revenge era già stata ideata prima dello scioglimento della vecchia formazione, ma di fatto la traccia è stata ultimata con l’ingresso dei nuovi componenti. Sicuramente, band come Caged Existence e Sanction ci hanno influenzato nella scrittura dei riff, mantenendo però una nostra impronta personale. Fabio ha strutturato il testo ispirandosi alle vicende accadute a fine maggio a Minneapolis, ampliando il discorso per andare a toccare tematiche antifasciste e antirazziste. Speriamo di ricevere feedback positivi, o comunque costruttivi e che il nostro messaggio arrivi a più persone possibili; chiaramente, ci auguriamo che questo singolo possa essere il primo passo per un lungo percorso.
Parlare di piani per il futuro è ora più che mai impossibile, ma ci piacerebbe ricevere un vostro feedback su quella che è stata, prima del lockdown, la situazione della vostra città e, più in grande, la situazione-Italia relativamente a locali e festival. Quanta gavetta, nonostante le indubbie capacità e sicuro interesse del vostro sound, deve ancora macinare una band come i Blair?
Roma è sempre stata uno dei fulcri più importanti in Italia per la diffusione dell’underground e della controcultura. Grazie a band già affermatissime come gli Short Fuse e giovanissime, anche più di noi, come gli Urtonudo, ci troviamo a far parte di un bellissimo contesto, artistico e sociale, che ci stimola a far sempre meglio.
Consigliateci album e artisti che vorreste far conoscere ai lettori di TBA Magazine, ma soprattutto fateci sapere se ci sono anche libri, film, serie TV, fumetti o quant’altro che, secondo la vostra esperienza, possano aver influenzato il vostro modo di scrivere e intendere ciò che portate avanti a livello musicale e di testi.
Come band ci sentiamo di consigliare artisti attuali come Vein, Sanction, Knocked Loose, Cauldron, Caged Existence e di dare uno sguardo alla scena hardcore britannica degli ultimi anni. Per quanto riguarda altre forme d’arte, Stephen King con il suo Pet Sematary, Animal Liberation di Peter Singer e uscite cinematografiche e televisive come Your Name, The End of the Fucking World, Attemberg e Akira stanno sicuramente influenzando il progetto Blair.
Potete seguire i Blair sui loro social: Instagram // Facebook
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