Copertina di Analysis Paralysis dei Four Year Strong

Analysis Paralysis by Four Year Strong – Recensione

di Simone De Lorenzi

I Four Year Strong ritornano a quattro anni da Brain Pain con il nuovo album Analysis Paralysis e si preparano a lasciare tutti piacevolmente sorpresi. Quello che il quartetto del Massachusetts propone, infatti, è un lavoro solido e maturo come forse nemmeno i fan più accaniti si aspettavano. E che riuscirà a guadagnarsi le grazie anche di chi finora non li ha presi in considerazione.

La traccia iniziale, aftermath/afterthought, mostra come la band sia capace di reinventare le sonorità che hanno esplorato finora costruendo qualcosa di assolutamente imprevedibile che sfocia nel post-hardcore. Le ambizioni HC ritornano a miscelarsi con i giri easycore più tipici della band in bad habit. Seguono i ritmi più radio friendly di maybe it’s me, che suona come suonerebbero i FYS se fossero sotto contratto con Fueled by Ramen, ma mantenendo presa e autenticità.

 

L’easycore ritorna a farsi strada in uncooked e out of touch, con punte di HC nel primo e di pop punk nel secondo. Ma il richiamo dell’hardcore punk è irresistibile e allora rieccolo nuovamente in daddy of mine, tra i singoli che maggiormente avevano convinto al momento dell’uscita. Che sia easy o hard, l’importante è che sia core (e che ci siano i breakdown); il fatto è che – determinati puristi potrebbero impallidire davanti a questa dichiarazione – in queste poche prove fanno hardcore meglio delle band hardcore.

Rientrano nella propria carreggiata con dead end friend, che tutto sommato non fa molto di diverso da quanto già sentito nel disco precedente. Segue un destino simile, giusto meno pestato, paranoia.

 

Con l’attacco di STFIL (che scopriamo significare Sucks to Fall in Love) abbiamo l’illusione di trovarci davanti a una ballad, che in realtà svela presto il suo lato aggressivo. Seguono lo stesso sentiero, ma sempre senza dare alcuna impressione di ripetitività, rollercoaster (che non è una cover dei blink, anche se ci sarebbe piaciuta) e better get better. L’immancabile chiusa soft è how do i let you go?, che si riprende sul finale senza smorzare il disco.

L’avevano fatto intuire con i primi singoli usciti gli scorsi mesi, ma l’intera tracklist di Analysis Paralysis conferma le impressioni iniziali: i Four Year Strong nel 2024 hanno fatto quello che avrebbero dovuto fare gli A Day to Remember nel 2021 con You’re Welcome. A differenza loro, tra l’altro, sono riusciti a gestire anche le parti più pop con coerenza e genuinità; insomma: FYS 1 – ADTR 0 (e loro sanno bene quanto faccia schifo finire per secondi).

 

TRACKLIST DI FOUR YEAR STRONG – ANALYSIS PARALYSIS

1. aftermath/afterthought
2. bad habit
3. maybe it’s me
4. uncooked
5. out of touch
6. daddy of mine
7. dead end friend
8. paranoia
9. STFIL
10. rollercoaster
11. better get better
12. how do i let you go?

Etichetta Discografica:

Pure Noise Records (acquista il disco)

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