New Music Friday: Prince Daddy & The Hyena
Prince Daddy & The Hyena: ancora più underground delle solite emo band
di Elisa Susini
I Prince Daddy & The Hyena sono Kory Gregory, Cameron Handford, Zakariya Houacine e Daniel Gorham.
Si sono formati nel 2015 in quel di Albany, NY partendo con un grande svantaggio rispetto alle altre band, che deriva sicuramente dalla scelta di un nome come Prince Daddy, ma anche dal sottogenere del punk rock/emo da cui provengono, spesso noto con i soprannomi denigratori sparkle-punk, weed-emo, o persino “meme-o”.
A differenza dei loro colleghi più intellettuali e di nicchia, come i Foxing o i The World Is aBeautiful Place & I Am No Longer Afraid To Die, i Prince Daddy & The Hyena continuano la loro gavetta in seminterrati squallidi, cantando canzoni che parlano di antidepressivi, di salute mentale, ma anche di panini e di piaceri fugaci derivanti dall’uso di droghe.
Il loro ultimo album, uscito lo scorso giugno, si intitola “Cosmic Thrill Seekers” ed è un concept album in stile The Black Parade, diviso in tre parti, che racconta la vita di un ragazzo che potrebbe conquistare il mondo se solo fosse in grado di abbandonare la propria cameretta.
Fra le 15 canzoni che compongono il disco, si alternano ballate acustiche e canzoni punk rock veloci. Altre invece sembrano uscite da un musical di Broadway, passando per interludi e riff di chitarra in stile Sum 41. Il tutto accompagnato dalla voce roca e malinconica di Kary
Gregory ricorda un po’ il modo di cantare dei Kid Dynamite e degli Shook Ones. Ciò non può che essere un punto in più a favore della band.
Un lavoro molto ambizioso e allo stesso tempo molto personale, in cui spiccano l’attenzione ai dettagli sia nel sound che nella meta-narrazione. Una band così umile e ancora troppo poco conosciuta a cui andava assolutamente dedicato un po’ di spazio in questa rubrica.
I Prince Daddy & The Hyena sono attualmente impegnati in un tour europeo insieme a Oso Oso – di cui si può leggere la recensione all’interno del magazine – che però, sfortunatamente, non farà tappa in Italia.