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Better Days by Yellowcard – Recensione

di Ilaria Collautti

Tornano finalmente gli Yellowcard – pilastri del pop punk degli anni 2000 – con il nuovo album Better Days, pubblicato oggi 10 ottobre per Better Noise Music.

Il disco, che interrompe un’attesa di quasi un decennio dal self titled, mira non solo ad essere un ritorno della band, ma un vero e proprio riscatto. Dal farewell tour, all’EP Childhood Eyes, al silenzio radio interrotto solo dalle celebrazioni per il ventennale di Ocean Avenue, sembrava che gli Yellowcard avessero definitivamente detto addio ai fan e alla loro vita passata.

Ma questo era prima che William Ryan Key trovasse sulla propria strada Travis Barker, che in Better Days ha vestito i panni non solo di produttore e batterista, ma anche di consulente e psicologo per lo stesso Key.

“Ho iniziato a lavorare al disco come una versione di me stesso e ne sono uscito cambiato. Sono entrato sapendo di aver bisogno di aiuto e sono tornato a scrivere con l’entusiasmo di un 19enne.”

William Ryan Key

Apre il disco la title track Better Days, con cui abbiamo già familiarizzato quando è stata scelta come primo singolo. Non particolarmente incisiva e d’effetto, a differenza della successiva Take What You Want, che risulta invece avere sonorità più particolari e un ritmo coinvolgente.

L’energia viene mantenuta alta da Love Letters Lost, puro pop punk vigoroso che vede la collaborazione di Matt Skiba, e da honestly i. Quest’ultima, pubblicata contemporaneamente a Better Days, è un vero e proprio ritorno al sound dei primi Yellowcard, con batterie veloci e il violino che, finalmente, è protagonista e non accessorio.

In You Broke Me Too le voci di Ryan e Avril Lavigne si intrecciano bene, creando una buona ballad melodica che magari non rimarrà impressa a vita, ma che si ascolta con piacere. L’unico dubbio che rimane è come riesca Travis a far suonare finta la voce di Avril in ogni sua produzione.

È però City Of Angels che spezza un po’ il ritmo e l’entusiasmo, con i synth e gli elementi elettronici che si prendono la scena, snaturando gli Yellowcard. Brano decisamente fuori posto nell’insieme del disco.

Seguono poi Bedroom Posters, ultimo singolo pubblicato, e Skin Scraped, che soffre invece del Barker-effect, ovvero quando i pezzi sembrano più un brano dei blink-182 che (in questo caso) degli Yellowcard. Sta a voi giudicare se è un bene o un male.

In conclusione ci accolgono due vere pugnalate, Barely Alive e Big Blue Eyes. La prima suona come una vera confessione e presa di coscienza, un confronto con la realtà che porta ad analizzare gli anni passati. Che sia una dedica di Key alla band stessa?
Big Blue Eyes è invece una traccia acustica che, con dolcezza e delicatezza, ci accompagna alla fine di questo percorso.

Con Better Days gli Yellowcard si sono rimessi in gioco, spogliandosi delle insicurezze che li avevano trattenuti negli anni. Hanno dimostrato di avere ancora molto da raccontare, in uno dei lavori che risulta tra i più intimi e sinceri che abbiano mai prodotto. Certamente non è un disco privo di difetti, ma la vulnerabilità che gli Yellowcard dimostrano è un chiaro punto di forza.

Un album per ricordare, non solo a chi lo ascolta ma anche agli autori stessi, che “la guarigione è un processo, la crescita non è lineare e, a volte, i capitoli migliori arrivano dopo quella che sembrava la fine”.

TRACKLIST DI BETTER DAYS – YELLOWCARD

  1. Better Days
  2. Take What You Want
  3. Love Letters Lost (feat. Matt Skiba of Alkaline Trio)
  4. honestly i
  5. You Broke Me Too (feat. Avril Lavigne)
  6. City Of Angels
  7. Bedroom Posters
  8. Skin Scraped
  9. Barely Alive
  10. Big Blue Eyes

Etichetta discografica:
Better Noise Music (acquista il disco)

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