superheaven recensione

Superheaven by Superheaven – Recensione

di Stefano Tacinelli

Un ritorno molto atteso quello dei Superheaven, che pubblicano il loro nuovo disco omonimo il 18 aprile, dopo ben dieci anni trascorsi dal loro ultimo progetto.

Il loro mix di post-hardcore, shoegaze e grunge li ha resi una band di grande influenza all’interno del crossover tra musica pesante e shoegaze, in particolare tra le formazioni che ora tendono a essere chiamate “grungegaze“.

La band di Doylestown (Pennsylvania), si sciolse nel 2016 dopo aver pubblicato due ottimi album: Jar (contenente la straordinaria Youngest Daughter) nel 2013 per l’etichetta Run For Cover, e Ours is Chrome del 2015 per la Side One Dummy oltre a un discreto numero di EP.

Superheaven, mixato e prodotto dal duo Rick Costey e Will Yip, nei pressi dello studio Metal Shop di Philadelphia, viene pubblicato con Blue Grape Music, una nuova etichetta degli ex veterani della Roadrunner Records, Dave Rath e Cees Wessels. Un disco che non confonde le origini dei loro suoni iniziali, un altrock con venature shoegaze, emo con un’anima grunge.

Quando è stato chiesto quali siano i temi principali del primo album dei Superheaven dopo dieci anni di silenzio discografico, la co-cantante e chitarrista Taylor Madison ha risposto senza mezzi termini: “Solo una generale disperazione e terrore“. Una dichiarazione che calza a pennello per una band che ha sempre incarnato l’eredità del grunge anni ’90, con tutta la sua rabbia, la sua malinconia e la sua ruvida onestà emotiva.

Ma quelle parole sono appropriate anche per un altro motivo: nel decennio trascorso dall’ultima uscita della band, l’ottimismo nei confronti del futuro sembra essersi lentamente spento.

Ogni giorno si sentono notizie di paesi che minacciano di bombardarsi a vicenda. E io mi chiedo: quanto ancora potremo andare avanti prima che qualcuno lo faccia davvero e tutto finisca?”, racconta Madison.
Il mondo è impazzito molte volte, e in passato sembrava che la fine fosse vicina, ma poi il tempo continuava a scorrere. Ora però sembra che questa divisione profonda tra le persone abbia davvero una data di scadenza. Siamo tutti contro tutti”.

Non ci vuole molto perché queste idee si rivelino nell’album omonimo dei Superheaven in termini inequivocabili. La traccia di apertura Humans For Toys include distici come “I tiranni gioiscono/La fine è qui”, “I bambini sono bruciati vivi/Il denaro è tutto” e “I tempi gloriosi in cui viviamo”. Ma i Superheaven non sono diventati completamente anarco-punk o qualcosa del genere.

Si sono sempre concentrati più sul trasmettere un’atmosfera che sul lanciare slogan mirati, e questo è ancora molto vero in Superheaven. La canzone che riassume meglio l’album è la seconda traccia (e secondo singolo) Numb To What Is Real. Il titolo da solo cattura gran parte del tono di questo album.

Per la maggior parte, Superheaven riprende esattamente da dove Ours Is Chrome si era interrotto, e al contempo rispecchia appieno il momento. L’album li posiziona non solo come influenti sull’attuale generazione di band grunge e shoegaze, ma anche come contemporanei con un nuovo album di grande impatto.
Li vede rimanere fedeli al suono distintivo che hanno sviluppato con Jar e consolidato in Ours Is Chrome , un suono che Taylor dice sia nato in modo molto naturale.

TRACKLIST DI SUPERHEAVEN – SUPERHEAVEN

  1. Humans For Toys
  2. Numb To What Is Real
  3. Cruel Times
  4. Sounds Of Goodbyes
  5. Long Gone
  6. Hothead
  7. Conflicted Mood
  8. Stare At The Void
  9. Next Time
  10. The Curtain

Etichetta discografica:
Blue Grape Music (Acquista il disco)

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