Stand Atlantic Was Here copertina

Was Here by Stand Atlantic – Recensione

di Ilaria Collautti

Was Here è il nuovo album degli australiani Stand Atlantic, in uscita il 23 agosto via Hopeless Records – collaborazione decisamente solida che è arrivata al quarto full-length.

Il disco si presenta ricco ed elaborato, con le sue quindici tracce che hanno un sound totalmente rinnovato: dall’artwork splatter all’aggressività delle canzoni, gli Stand Atlantic mettono in chiaro che sono finiti i giorni da basic pop punk band dei primi lavori.

WAKE UP-SIT DOWN-SHUT UP evidenzia fin da subito questo cambio di stile che lascia forse un po’ perplessi, probabilmente perché come opener è un pezzo non troppo coinvolgente.
Tocca quindi a FRENEMIES, GIRL$ (feat. Bruses & PVRIS) e FREAKIN’ OUT il compito di riportare un po’ di ritmo e far salire l’energia per prepararci a NOSE BLEED con Sueco – una delle tracce migliori soprattutto dal momento in cui inizia la collaborazione, con un bridge che svolta totalmente il brano e lo porta ad una conclusione molto energica.

Il singolo LOVE U ANYWAY è l’anello di congiunzione con i pezzi più melodici del passato, mentre KISSIN’ KILLER COBRAS rialza i battiti e ci accompagna verso WARZ0NE; questa risulta sicuramente la traccia più aggressiva di Was Here – dove è prepotente l’influenza post-hardcore che contamina l’alternative rock caratteristico del disco fino a questo momento – insieme alla successiva CRIMINAL (feat. Polaris) che segue la stessa linea.

17 ci fa domandare chi abbia fatto arrabbiare Bonnie (bello il finale che fa venir voglia di aprire un circle pit), mentre 17 // REPRIZE [ONE TAKE] sembra quasi una canzone di scuse per lo sfogo precedente che si mescola alla rassegnazione per la fine di una storia d’amore; scelta originale la combinazione dei due brani legati dallo stesso titolo.

Avvicinandoci alla conclusione di Was Here, troviamo G.A.G. che passa un po’ inosservata in quanto tipica filler song senza pretese. Invece ROCKSTAR è forse la traccia più allegra con un ritmo e mood quasi estivi.
Segue SEX ON THE BEACH, che alterna strofe basse e a tratti rappate a ritornelli molto più pop e facili da imparare.

Si arriva così alla closure e primo singolo estratto KILL[H]ER, canzone che aveva introdotto le novità stilistiche senza soddisfare totalmente ǝ più affezionatǝ ai vecchi Stand Atlantic ma che ora, a disco concluso, possiamo ritenere tra le tracce più piacevoli dell’album.

Was Here è un punto di svolta nella discografia degli Stand Atlantic – che hanno scelto di fare un passo avanti e mettersi alla prova soprattutto nell’ambito della scrittura dei brani; risulta penalizzata però la componente catchy, che li aveva caratterizzati fino a questo momento. Altra debolezza potrebbe essere la scelta delle eccessive distorsioni graffianti e metalliche, che da un lato uniformano il disco, ma dall’altro tendono ad appiattire il contrasto tra base e voce.

Was Here difficilmente ha le potenzialità per essere un album memorabile per tuttǝ, ma – come mette in chiaro la band stessa– agli Stand Atlantic non interessano le nostre aspettative e la nostra narrativa. Severo, ma giusto.

 

TRACKLIST DI STAND ATLANTIC – WAS HERE

  1. WAKE UP-SIT DOWN-SHUT UP
  2. FRENEMIES
  3. GIRL$ (feat. Bruses & PVRIS)
  4. FREAKIN’ OUT
  5. NOSE BLEED (feat. Sueco)
  6. LOVE U ANYWAY
  7. KISSIN’ KILLER COBRAS
  8. WARZ0NE
  9. CRIMINAL (feat. Polaris)
  10. 17
  11. 17 // REPRIZE [ONE TAKE]
  12. G.A.G.
  13. ROCKSTAR
  14. SEX ON THE BEACH
  15. KILL[H]ER

Etichetta discografica:

Hopeless Records (acquista il disco)

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