
Sweet by Mayday Parade – Recensione
di Ilaria Collautti
È release day per i Mayday Parade che, a distanza di quattro anni dall’album What It Means To Fall Apart, pubblicano oggi, 18 aprile, il nuovo progetto Sweet. L’EP, composto da otto tracce, è infatti la prima di tre parti che costituiranno il nuovo album.
Il disco si apre con il singolo By The Way e noi ci sentiamo già a casa: pianoforte, voce rassicurante di Derek e sonorità a cui siamo affezionatǝ da ormai vent’anni. Impossibile non innamorarsi al primo ascolto di questo brano, che già vorremmo cantare live dalla prima fila.
4,000 Days Plus The Ones I Don’t Remember è una traccia più ritmata rispetto alla precedente, decisamente più pop punk e con i na na na finali in stile blink-182. Sembrerebbe quindi perfetta sulla carta, ma allo stesso tempo risulta meno incisiva di quanto ci si aspetterebbe.
Segue l’ultimo singolo pubblicato, Who’s Laughing Now con la partecipazione di Joe dei Knuckle Puck. Il pezzo accoglie il crescendo iniziato con la traccia precedente, risultando una canzone che tende al punk rock grazie ai ritmi veloci.
Affiancata da un testo che parla di adolescenza e di crescita, del passaggio dall’essere l’awkward kid della scuola fino a diventare parte di una band di successo, Who’s Laughing Now è credibile pur non avendo la sporcizia e il graffio tipici del punk rock puro.
Un anthem in vecchio stile per chi è cresciuto con le difficoltà di bullismo e ansia, per chi si è sentito deridere per i propri sogni ma che ora si sta prendendo la rivincita.
This Personified è un breve intermezzo al pianoforte che si trasforma nell’intro di Who We Are. Questa, con la successiva Natural, è una traccia alternative rock che ricorda le sonorità dei compianti You Me At Six (R.I.P.); non le più memorabili dell’EP, ma due buone filler track.
Dirigendoci verso la conclusione di Sweet incontriamo la ballad acustica Towards You, la classica canzone d’amore che i Mayday Parade sanno scrivere egregiamente e di cui assolutamente non ci si può lamentare. Emo strappalacrime al punto giusto e melodicamente azzeccata per il timbro vocale del frontman.
Chiude l’EP il singolo Pretty Good To Feel Something, pubblicato ormai quasi un anno fa. Una buona closure che – inusuale per la band che l’ha scritta – lascia un messaggio ottimista: trovare il lato positivo anche nelle situazioni dolorose. Con i suoi ritmi scanzonati e il testo ironico, sarebbe stata perfetta nella soundtrack di qualche film adolescenziale degli early 2000s.
La forza dei Mayday Parade è proprio questa: hanno la capacità di farci sentire giovani e vecchiǝ allo stesso tempo. Dalla nostalgia dei tempi andati in cui facevano parte delle nuove leve, all’affermazione di uno stile musicale che non è ancora passato di moda.
Sweet è la somma di tutto ciò, mostrandoci come i Mayday Parade negli anni si siano evoluti ma senza abbandonare le fondamenta delle loro inconfondibili sonorità.
TRACKLIST DI SWEET – MAYDAY PARADE
- By The Way
- 4,000 Days Plus The Ones I Don’t Remember
- Who’s Laughing Now
- This Personified
- Who We Are
- Natural
- Towards You
- Pretty Good To Feel Something